sabato 27 dicembre 2008

Zapatero


Zapatero aumenta pensioni e salari: "Il 2009 sarà duro"



MADRID In una Spagna sempre più in crisi, il premier socialista Zapatero ha fatto ieri il regalo di Natale: aumento medio delle pensioni minime del 6%,oltre all’incremento del 2,4% per il recupero dell’inflazione, e crescita del salario minimo interprofessionale (sim) del 4%, da 600 a 624 euro mensili. Misure anti-crash tutte tendenti ad aumentare la spesa pubblica e che, per quel che concerne le quiescenze, portano ossigeno alla bellezza di 2,6 milioni e mezzo di pensionati. «Il 2009 sarà molto difficile, ma abbiamo la forza per andare avanti», ha detto il leader della Rosa presentando il bilancio 2008 del suo esecutivo. Era il Zapatero ottimista di sempre, nonostante i dati che piovono quotidianamente siano tutti negativi. Il credito delle banche ai consumatori non decolla e nel terzo trimestre del 2008 è caduto di ben il 95%: il turismo, la principale industria spagnola che produce il 14% del pil, ha registrato a novembre un preoccupante -11,6 %. La produzione industriale a ottobre ha perso il 13% rispetto allo stesso mese del 2007. Dulcis in fundo, mentre cresce il deficit pubblico in un Paese abituato ad essere in surplus (meno 10 miliardi di euro, l’1,28% del pil nel mese scorso) e calano i consumi, la disoccupazione viaggia ormai sull’11,3% (era l’8,6% a fine 2007), il tasso più alto della Ue. E il lavoro precario è al 29,5% quando la media europea è del 15%. Il cadeau ai pensionati, in un Paese che ha risparmiato per la prima volta il 3% persino nella popolarissima lotteria di Natale, è comunque notevole. Gli aumenti vanno dal 3,4 al 7,2%. La fetta maggiore la portano a casa i «pensionistas» più bisognosi, quelli che vivono senza coniuge e che dal mese prossimo arriveranno a 561 euro (per gli over 65) e a 524 euro (under 65). Per chi invece ha un coniuge a carico, l’incremento è del 5,8 % e raggiunge quota 696 euro. Come sempre, poi, la rivalorizzazione delle pensioni arriva tutta insieme con una paga extra a gennaio. Anche sul sim Zapatero è stato generoso. L’incremento è del 4%. «Negli ultimi 5 anni il sim è aumentato di 200 euro, pari a un +15%, mentre tra il ’96 ed il 2004 (quando governava il centro-destra di Aznar, ndr.),aveva perso il 6% di potere d’acquisto - ha sottolineato il premier -. La crescita sarà il nostro unico orizzonte. La tempesta è forte ma abbiamo una nave solida che conosce molto bene la rotta». Sempre trionfalista, il leader socialista che solo negli ultimi mesi ha ammesso che anche la Spagna era in crisi ha ribadito la linea del suo esecutivo: il deficit spending, che ha definito «il più ambizioso dell’intero periodo del post-franchismo». Si tratta del piano di infrastrutture pubbliche, 22 miliardi più un piano straordinario di 11 miliardi, di cui 800 destinati interamente a far ripartire i lavori dei comuni(che dovrebbero portare 200 mila posti di lavoro). In tutto 33 miliardi di euro, di cui 800 milioni destinati all’industria automobilistica. Le previsioni economiche, però, continuano a minacciare tempesta. La Fondazione della Casse di Risparmio ha pubblicato giorni fa i pronostici dei tredici servizi studi più prestigiosi di Spagna e tutti indicano per il 2009 una disoccupazione minima del 15%, massima del 19%. Cioè, dagli attuali 2.598 mila senza lavoro si dovrebbero toccare i 4 milioni. Per gli occupati, comunque, resta sempre la consolazione dell’aumento dei salari, perchè in Spagna c’è ancora la scala mobile: per il 2009 è previsto un incremento del 4,6%, 2,2 punti percentuali in più rispetto all’inflazione di novembre

martedì 23 dicembre 2008

GRAZIE PAPA





Dobbiamo essere grati a Joseph Ratzinger. Non passa giorno che il pontefice non ci ricordi quanto fu giusta e indispensabile la lotta per la libertà di religione e dalla religione. Intorno al letto di vita morente in cui da 17 anni giace Eluana Englaro, da mesi le istituzioni danzano un macabro balletto al ritmo del Vaticano. Ministri guaiscono e saltellano, cagnolini ammaestrati a bacchetta dal porporato di turno. È insopportabile questo clero che, contro le leggi dello stato, contro la volontà della famiglia, contro le sentenze in più alto grado della magistratura, s'intrufola persino nel sudario, s'impiccia delle scelte più dolorose e silenti, quando l'affetto tra cari si strazia sul filo da tagliare.Se in regime di laicità e di separazione tra stato e chiesa è possibile una tale invadenza, immaginiamo che inferno era quando tutta la tua vita sociale era appesa all'arbitrio di un curato. Ancora nel 1968, per ottenere il passaporto era necessario un certificato di buona condotta vincolato al parere del parroco (e del portiere). Un prete poteva vietarti di andare all'estero. E se convivevi con un/a partner, il vescovo vi scomunicava e vi tuonava «pubblici concubini!» dal pulpito di una cattedrale. Quando non s'impiccia d'Eluana, il Vaticano manda a quel paese persino un benpensante come Gianfranco Fini, solo perché ha osato dire quello che a Roma sanno anche le pietre, in particolare le pietre del ghetto, abolito solo qualche papa fa: e cioè che la Chiesa non si oppose allo stremo contro le leggi razziali emanate da Benito Mussolini nel 1938. Così la Santa sede riscrive la storia, si assolve dai propri peccati, col solo dichiarare di non averli commessi, si arroga quel potere che Pier Damiani concedeva solo a Dio, e cioè di poter fare in modo che quel che è stato non sia stato. Quando non si ricrea un'innocenza razziale, la curia s'inventa la geniale categoria di «statolatria» e attacca la Spagna di José Zapatero: con le sue leggi vuole controllare ogni ambito della vita e «obbliga le famiglie a scegliere determinate materie non d'istruzione, ma d'indottrinamento» (sic dixit Monsignor Angelo Amato).Non paga, la Santa sede apre anche un altro fronte, trova il modo d'infilarsi nella nostra biancheria intima (perché non vuole affatto controllare ogni aspetto della nostra esistenza) e a proposito dei gay spara ad alzo zero sulle Nazioni unite - e sulla Francia del conservatore Nicholas Sarkozy per soprammercato. Quest'attacco dell'Osservatore romano è un gioiello di paralogismo che così ragiona: garantire la libertà di matrimonio ai gay mette in pericolo la libertà di espressione religiosa perché allora la religione non sarebbe più in grado di condannare i matrimoni gay. Come dire che garantire la libertà di pensiero mina la libertà religiosa perché impedisce al papa d'imporre il principio di autorità. Non stupisce che sofisti tanto virtuosi scoprano che nella nostra Italia papalina «è in atto una persecuzione anticristiana».Viene da chiedersi il perché di tanto nervosismo - ormai scomposto, persino sguaiato - proprio quando il Vaticano ha ritrovato in Italia uno strapotere che non conosceva da secoli. Invettive e anatemi si moltiplicano. Nessuno è risparmiato (tranne forse qualche pellegrino polacco per la Madonna nera di Czestochowa).Insomma, della modernità non gli va bene nulla. Dai, per Natale regaliamo un viaggio a tutta la Curia: offriamo un biglietto charter di sola andata per l'alto Medioevo. Così si ritroveranno nell'epoca dei loro sogni.

sabato 20 dicembre 2008

Onu, nuovo attacco Vaticano alla Francia




CITTA' DEL VATICANO - Il Vaticano torna a lanciare strali contro la mozione che la Francia ha presentato alle Nazioni Unite contro il perseguimento penale dell'omosessualità in vigore in diversi Paesi del mondo. In realtà, afferma l'Osservatore Romano in una nota intitolata "Difesa dei diritti e ideologia", l'obiettivo non è quello di tutelare diritti fondamentali ma affermare l'identità di genere che supera la differenza biologica uomo-donna e stabilisce che gli orientamenti sessuali sono frutto della cultura. Da qui la strada è aperta, per il quotidiano della Santa Sede, al matrimonio fra persone dello stesso sesso e all'adozione dei bambini da parte delle coppie gay così come alla procreazione assistita, tutto in base a un concetto astratto di individuo.




"Il documento francese proposto alle Nazioni Unite non è un documento finalizzato, in primis, alla depenalizzazione dell'omosessualità nei Paesi in cui è ancora perseguita, come i media, semplificando, hanno raccontato", scrive il quotidiano della Santa Sede. In tal caso, infatti, non vi sarebbe stata alcuna opposizione da parte dell'Osservatore permanente del Vaticano presso l'Onu, monsignor Celestino Migliore.




La Chiesa Cattolica, del resto - afferma la nota non firmata dell'Osservatore - basandosi su una sana laicità dello Stato, ritiene che gli atti sessuali liberi tra persone adulte non debbano essere trattati come delitti da punire". "Ma questo documento - prosegue l'Osservatore romano - in realtà, parla d'altro, e cioè promuove una ideologia, quella dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale. Le categorie di orientamento sessuale e di identità di genere, che nel diritto internazionale non trovano alcuna chiara definizione, vengono introdotte come nuove categorie di discriminazione e si cerca di applicarle all'esercizio dei diritti umani".


invece, secondo il giornale vaticano, "si tratta di concetti controversi su base internazionale, e non solo dalla Chiesa, in quanto implicano l'idea che l'identità sessuale sia definita solo dalla cultura, e quindi suscettibile di essere trasformata a piacere, secondo il desiderio individuale o le influenze storiche e sociali".






"In tal modo, introducendo tali categorie, si dà impulso al falso convincimento che l'identità sessuale sia il prodotto di scelte individuali, insindacabili e, soprattutto, meritevoli in ogni circostanza di riconoscimento pubblico". "Non si tratta purtroppo di teorie marginali - afferma ancora l'Osservatore romano - se si pensa che le proposte di riconoscimento di diritti di famiglia alle coppie omosessuali - incluse quelle relative all'adozione e alla procreazione assistita - si basano sull'idea che la polarità eterosessuale non sia un elemento fondante della società, ma un arbitrio da cancellare".




"Quindi - prosegue la nota - il tentativo di introdurre le citate categorie di discriminazione si salda con quello di ottenere l'equiparazione delle unioni dello stesso sesso al matrimonio e, per le coppie omosessuali, la possibilità di adottare o procreare bambini. Bambini che rischierebbero, tra l'altro, di non conoscere mai uno dei due genitori e di non poter vivere con lui o lei". Si sottoliena infine che coloro che si opporranno in futuro a questa visione dei rapporti uomo-donna, come le religioni, potrebbero vedere limitato il diritto di "trasmettere il loro insegnamento".






Il Vaticano aveva già diffuso una nota dell'osservatore permanente della Santa Sede all'Onu nella quale si precisava ulteriormente la posizione della Chiesa sulla mozione francese: "La Santa Sede - si legge nel testo di monsignor Celestino Migliore - apprezza gli sforzi fatti nella Declaration on human rights, sexual "orientation and gender identity- presentata all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 Dicembre 2008 - per condannare ogni forma di violenza nei confronti di persone omosessuali, come pure per spingere gli Stati a prendere tutte le misure necessarie per metter fine a tutte le pene criminali contro di esse". "Allo stesso tempo -proseguiva- la Santa Sede osserva che la formulazione di questa Dichiarazione va ben aldilà dell'intento sopra indicato e da essa condiviso". In particolare, affermava mons. Migliore, "le categorie orientamento sessuale e identità di genere, usate nel testo, non trovano riconoscimento o chiara e condivisa definizione nella legislazione internazionale.




Se esse dovessero essere prese in considerazione nella proclamazione e nella traduzione in pratica di diritti fondamentali, sarebbero causa di una seria incertezza giuridica, come pure verrebbero a minare la capacità degli Stati alla partecipazione a e alla messa in atto di nuove o già esistenti convenzioni e standard sui diritti umani".




Quindi la nota spiegava: "Nonostante che la Dichiarazione giustamente condanni tutte le forme di violenza contro le persone omosessuali e affermi il dovere di proteggerle da esse, il documento, considerato nella sua interezza, va aldilà di questo obiettivo e dà invece origine a incertezza delle leggi e mette in questione le norme esistenti sui diritti umani".




statolatria


CITTÀ DEL VATICANO - In Spagna sta avanzando l'indottrinamento laico, la «statolatria», ovvero l'ingerenza dello Stato nella vita personale di ognuno. A denunciarlo, con parole molto forti in un'intervista alla rivista «Il Consulente Re», è mons. Angelo Amato, attuale prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, già ex segretario della Dottrina della Fede, ed amico personale di Papa Ratzinger


LIBERTA' RELIGIOSA - «Ovviamente qui a Roma noi sappiamo bene di questo grave problema», ha osservato il presule, che quasi certamente diverrà cardinale nel prossimo concistoro. «Fortunatamente - ha aggiunto - possiamo contare su una Chiesa spagnola che ha approfondito seriamente il problema e ha dato una risposta pubblica e chiara, in base al principio cattolico della difesa della libertà religiosa e dei principi della dignità della vita e di ogni persona». «La questione - ha aggiunto - è che in tutta Europa si sta introducendo la categoria della cosiddetta biopolitica. Lo Stato cioè entra sempre più nella vita personale di ognuno: obbliga le famiglie a scegliere determinate scuole con determinate materie, non d'istruzione ma d'indottrinamento».


LA «STATOLATRIA» - «Avanza - ha aggiunto - la statolatria, che, apparentemente eliminata, rientra dalla finestra. Certo la Chiesa in Spagna è molto reattiva, sta reagendo molto bene con grande dignità e grande fermezza a un'intrusione statale assolutamente illegittima sul tema dell'educazione dei propri giovani». Sono considerazioni che mons. Amato ha fatto, partendo dalle cosidette «leggi etiche» del governo Zapatero, tra cui l'introduzione nelle scuole dell' «Educazione alla cittadinanza».

mercoledì 17 dicembre 2008

Jose' Sucuzhañay




Dagli USA Valerio Bartolucci




Jose' Sucuzhañay aveva messo da parte i soldi per questo viaggio, e raggiungere, dal nativo Equador, il fratello emigrato a New York, coronando il sogno di rivederlo dopo anni di separazione. Il fratello Romel, intanto aveva fatto fortuna e aveva aperto una agenzia immobiliare dopo anni passati come semplice operaio. La festa per il ricongiungimento e' stata sancita nella chiesa a cui appareneva Romel e continuata poi in un bar locale frequentato da altri Latino-Americani. Una birra in piu', e Jose', che indossava solo una T-shirt nella fredda notte americana, si appoggiava al fratello maggiore, mentre camminavano per ritornare a casa.All'improvviso un'auto nera e' sbucata dal nulla e ne sono scesi tre tipi brandendo mazze da golf e urlando epiteti antigay e antilatini. Romel e' riuscito a scappare ma Jose' e' stato investito dalla furia dei tre omofobi. Si e' accasciato a terra sotto i colpi tremendi delle mazze. Il fratello e' riuscito a chiamare il 911 e la polizia e' arrivata immediatamente, ma troppo tardi per Jose'. Trasportato in ospedale, e' deceduto alcuni giorni dopo l'attacco per morte cerebrale; il giorno prima che la madre potesse arrivare dall'Equador per l'ultimo saluto.Ora l'America e' scossa e si chiede il senso di questo attacco, mentre Jose' Sucuzhañay, anche se eterosessuale, va ad aggiungersi alla lunga lista delle persone morte a causa dell'omofobia.

lunedì 8 dicembre 2008

La ferroviera
















Domenica a pranzo a casa di amici , nel pomeriggio poco prima di ritornare a casa conosco due ragazzi passati per il caffe' .
Uno lo chiamano "la ferroviera" per via del lavoro che fa , 34 anni , maschile , alto piazzato,barba e capelli brizzolati, bel sorriso bel viso sul genere orso .L'altro l'amico del ferroviere (fa il ferroviere anche lui ) piu' o meno la stessa eta'minuto ,occhiali , moro pizzetto curato , non molto bello ; entrambi accento meridionale .

All'inizio nel conoscerli penso siano una coppia che sta insieme , ma il ferrovierenel discorrere parla del suo moroso col quale convive e dice che ha 56 anni e che stanno insieme da 14 anni , capisco che non è certo l'amico con cui era venuto a pranzo, che al massino arrivava a 35 anni .

Sempre nel discorrere con gli altri il ferroviere dice che in questo periodo c'e' a casa sua ,suo fratelloe che per sei mesi il fratello si fermera' da loro ..ne parla con aria scocciata ( ancora per sei mesi!!!)visto che il fratello non sa che lui e il suo moroso sono gay... lui deve dormire con il fratello e il suo moroso dorme sul divano .

Chiedo come sia possibile che il fatello che vive con loro non si renda conto che sta' con una coppia,e per di piu' con una coppia gay visto che una qualsiasi coppia di innamorati ha delle dinamiche (magari solo uno sguardo) che sono uniche e inconfondibili.

Mi risponde alterato che non è il gay che va in giro con i cartelli sulla testa (veramente nemmeno io) a dirlo a tutti che lui è gay e che le cose private son cose private e non c'e' bisogno di "sbandierarle" a tutti.
Ribadisco che suo fratello non è tutti in primo luogo , e che non è questione il dirlo ..qui la questione è nascondelo che è ben diversa
e che anche nei confronti del moroso non mi sembra una gran bella cosa farlo dormire sei mesi sul divano facendo finta che sia solo un amico qualunque ,
poi percarita' ogniuno faccia quello che vuole ma se ancora oggi nel 2008 dopo 14 anni di convivenza non abbiamo il coraggio di dire cio' che siamo un problema probabilmente c'e'.

Apriti o cielo .. il ferroviere si incazza , dice che non devo permettermi di offendere e che devo farmi i cazzi miei che non devo permettermi di giudicare ( sic ?) gli altri che manco conosco.
Gli altri commensali sostengono la tesi del ferroviere asserendo che non c'e' bisogno di dire a tutti che siamo gay ,che ogni persona deve decidere autonomamente a chi dirlo e a chi non dirlo a secondo della propia storia ,che io ho avuto una storia diversa e che.. io.. ho avuto piu' coraggio !?) .

Mi sento veramente il rompipalle della situazione ..mi scuso col ferrovierie gli dico che mi dispiace che non volevo assolutamente ne offenderlo ne giudicarlo , ma che gli avevo semplicemente espresso il mio pensiero.


domenica 7 dicembre 2008

La difesa della vita



Sono scesi in piazza per protestare contro le dichiarazioni del Vaticano che non ha firmato i documento dell’Onu in cui si chiedeva agli 80 paesi che ancora considerano l’omosessualità un reato, di depenalizzarlo.


Sono i gay, trans, lesbiche e bisessuali italiani che non ci stanno ad essere considerati dei criminali.


«Il Vaticano – spiegano gli organizzatori del sit-in - non firmando il documento che la Francia ha proposto all'Onu per chiedere la depenalizzazione dell'omosessualità, di fatto sostiene gli oltre 80 paesi del mondo che perseguitano gli omosessuali, in 9 dei quali è prevista la pena di morte».




Alla manifestazione, promossa dalle associazioni Certi Diritti, Arcigay e Arcilesbica, hanno aderito Radicali Italiani e, tra le altre, le associazioni lgbt Mario Mieli, DjGayProject, GayLib, Libellula, Rosa Arcobaleno, oltre alle Associazioni Luca Coscioni e Nessuno Tocchi Caino. In piazza c’è anche l’ex deputato socialista Franco Grillino: «Con il rifiuto di sottoscrivere la mozione europea all'Onu – dice – il Vaticano getta la maschera del suo presunto buonismo schierandosi con le peggiori dittature islamiche comprese quelle dove governi islamo-fascisti comminano la pena di morte agli omosessuali: Iran, Mauritania, Sudan, Emirati arabi uniti, Yemen, Arabia Saudita, Nigeria».




Secondo Luxuria, quella del Vaticano contro i gay è una vera e propria crociata: «Ormai hanno un'ossessione di odio nei nostri confronti da rimanerne accecati - dice - non c'è nulla di evangelico nè di cristiano contro la depenalizzazione gay e la difesa della vita – conclude – non può essere fatta solo per gli embrioni o per Eluana Englaro».
06 Dic 2008









venerdì 5 dicembre 2008

Scuole







Tagliati 8 miliardi di euro alla scuola pubblica ..



manifestazioni



proteste



mesi di scontri



nulla di fatto , non ci sono i soldi ..la crisi imperversa bisogna stringere la cinghia












La CEI protesta per i tagli alla scuola privata



dopo due ore il governo da 120 milioni di euro per sovvenzionare



la scuola privata









martedì 2 dicembre 2008

L´OSSESSIONE DEL PECCATO



Poiché in quasi metà degli Stati del pianeta (91 secondo l´Arcigay) l´omosessualità è un reato, punibile in 19 paesi anche con la morte; e poiché perseguire per legge le attitudini sessuali è una evidente mostruosità, la delegazione francese all´Onu ha proposto la "depenalizzazione universale dell´omosessualità".


Una di quelle nobili formule retoriche di non evidente e immediata applicazione, comunque utili per richiamare all´attenzione del mondo almeno qualcuno dei tanti orrori e soprusi in corso.



Si rimane dunque di stucco leggendo che monsignor Celestino Migliore, osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite, si è pronunciato contro la proposta francese. Portando controdeduzioni così causidiche, e così stravaganti, da dovere essere rilette almeno tre o quattro volte nel timore di non avere capito bene.


Monsignor Migliore sostiene infatti che un eventuale pronunciamento sulla depenalizzazione dell´omosessualità, imponendo o suggerendo "agli Stati di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, creerebbe nuove e implacabili discriminazioni, per esempio mettendo alla gogna gli Stati che non riconoscono il matrimonio tra persone dello stesso sesso".Vale a dire, sempre che il pensiero del monsignore sia decifrabile: se si comincia col salvare dal capestro un omosessuale, il rischio è che la mania modernista dei "diritti" faccia il suo subdolo corso e arrivi a fare pressione sugli Stati omofobi affinché accettino i nostri costumi relativisti, e sfascia-famiglie.


Un volo pindarico del genere, che trasforma la discussione su un abominio in un predellino dal quale spiccare il volo per preservare dalla depravazione occidentale i rudi ma rispettabili costumi delle società patriarcali e omicide (omocide), è davvero impressionante.


Il nesso tra la salvezza degli omosessuali dalla forca o dalla lapidazione o dalla galera, e il "matrimonio tra persone dello stesso sesso", è ovviamente inesistente. Oppure, può venire in mente solo a chi anteponga brutalmente una propria ossessione dogmatica alle urgenze umane, al sangue e al dolore delle persone perseguitate.


E dunque sia disposto a confondere il più elementare diritto alla vita e alla libertà con un grimaldello buono per scassinare i costumi timorati, e le tradizioni solide.Spiace dirlo, ma non è un ragionamento, è un obbrobrio.


Così inspiegabilmente goffo da mettere malinconia prima ancora che indurre a indignazione: quel genere di malinconia che coglie le persone di buona volontà, non importa se credenti oppure no, di fronte alla singolare pervicacia con la quale molte voci ufficiali della Chiesa romana sembrano voler dare voce più a una sorta di panico ideologico, tanto più aggressivo quanto più spaventato, che a una comprensibile confutazione di quegli aspetti della vita sociale che confliggono con i regolamenti ? specie quelli sessuali, vera ossessione clericale di questo scorcio d´epoca ? del Vaticano. Fare di una così ragionevole e civilissima causa (appunto la depenalizzazione dei comportamenti omosessuali) un´occasione di incomprensibile e non richiesto zelo nei confronti di quelle società ancora impenetrabili ai diritti individuali, è qualcosa di più di un incidente di percorso. E´ un´incauta e controproducente confessione di refrattarietà alla migliore e più condivisibile delle culture umanitariste, quella che fa della persona la sede inviolabile dei diritti.


Viene da pensare che la persona, secondo la visione del rappresentante della Santa Sede, venga comunque dopo la Morale e dopo la Famiglia.


Come se Morale e Famiglia non fossero al servizio della persona, ma fosse questa a doversi accontentare dello spazio concesso da quelle. Se poi lo spazio, in novantuno paesi della Terra, è così angusto da soffocare ? su sentenza di un giudice ? la persona omosessuale, si suggerisce di non dirlo troppo ad alta voce: per non irritare il giudice? Per non fargli paventare l´imminente matrimonio gay, magari con canti e ghirlande, del condannato scampato alla morte oppure scarcerato a causa dell´intrusione francese?


Speriamo di avere frainteso le parole di monsignor Migliore. E speriamo che le abbia fraintese anche lui.


martedì 02 dicembre 2008 , la repubblica