lunedì 27 aprile 2009

Figura di merda

Vogliamo chiamarlo ripensamento? Vogliamo chiamarla resipiscienza? Oppure vogliamo soltanto chiamarla figura di merda? Coraggio, non sarebbe la prima volta per il ministro Contro il Welfare Maurizio Sacconi fa una figuraccia. Vi ricordate quando - durante le trattative per la rapina Alitalia - diceva "si chiude giovedì"? Ah, ah! Vi ricordate quando intimidiva medici e cliniche sulla vicenda di Eluana Englaro? Bene, ora siamo all’ultima performance (solo in ordine di tempo): l’articolo 10 bis del nuovo testo unico in tema di incidenti sul lavoro, che in pratica escludeva l’arresto per i manager delle aziende. Furbo? Di più: furbo con valore retroattivo, perché con quella norma i manager della Thyssen Krupp di Torino la farebbero franca (e il processo Eternit, allora?). Per fortuna se ne sono accorti i parenti delle vittime e il presidente Napolitano, che ha chiesto di riscrivere la norma. Sacconi, beccato in flagrante, ha fatto finta di niente, ha fatto un po’ l’offeso (ma figuratevi! Ma come osate! Ma come vi permettete!…) e ha promesso di cambiare la norma. Insomma: come nelle gomme da masticare di quando eravamo bambini,… riprova, sarai più fortunato. Figura di merda, insomma. L’amico dei padroni ci ha provato. E pensare che va in giro a dire di essere socialista! Strani socialisti girano, eh!! Nella foto, il ministro Contro il Welfare Sacconi esce con le mani alzate

martedì 21 aprile 2009

Una matita nuova


Una matita nuova per il "Vignettista più infantile d'Italia"

da Il parlamentino dei ragazzi della Scuola media di Piverone (To)





Abbiamo conosciuto Vauro attraverso le sue vignette che parlano di infanzia, contro la guerra, contro le ingiustizia che ogni guerra produce soprattutto sull'infanzia.

Lo abbiamo conosciuto attraverso quello che fa con Emergency (è per lui che abbiamo incominciato ad appoggiare Emergency nella nostra scuola) attraverso quello che scrive nei suoi libri (alcuni di noi hanno letto "Kualid che non sapeva sognare"), lo abbiamo sentito parlare di persona, e ci ha colpito molto, così che abbiamo voluto dargli il riconoscimento di "Vignettista più infantile d'Italia", nel senso che riesce secondo noi ad immedesimarsi nei personaggi delle sue vignette, specialmente in quelle che rappresentano l'infanzia.

Per noi è un buon esempio, è coraggioso, è capace di stare vicino alle cose più brutte che capitano (i suoi bambini afgani sulle stampelle, che hanno perso le gambe sulle mine, ci fanno pensare, e mentre sorridiamo ci verrebbe da piangere).

Per questo vogliamo portargli la nostra solidarietà in questo momento in cui molti ce l'hanno con lui, non capiamo bene il perché. Vogliamo dare il nostro contributo per confortarlo con una vignetta che gli dedichiamo, fatta dalla nostra vignettista ufficiale (Loriana Pionna) a cui abbiamo dato l'incarico: se qualcuno gli rompe la matita, Vauro deve sapere che noi siamo disposti a fare una colletta per comprargliene un'altra.

Il "vignettista più infantiile d'Italia" (secondo noi) non può stare zitto.

martedì 14 aprile 2009

Il cardinale Ratzinger e la rivista antisemita


Non ci son santi: il pastore tedesco ha un vizietto che, nonostante i tentativi suoi e dei suoi fan, non riesce a nascondere e periodicamente salta fuori. Qualche giorno fa, ai primi di aprile, Rue89, un sito web francese «d'informazione e dibattito sull'attualità» ha messo in rete un articolo sulla collaborazione, nel '98, dell'allora cardinale Joseph Ratzinger a una rivista dell'estrema destra austriaca, filo-nazista e negazionista. Apriti cielo. Rue89 viene colpita dall'anatema e dall'accusa di volersi accanire ingiustamente con Benedetto XVI.Rue89. Rue89 è un giornale on line nato nel maggio 2007 da ex giornalisti di Libération, Pascal Riché, Pierre Haski e altri, in concomitanza con il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi. Il primo scoop le fece una settimana dopo quando rivelò che il Journal de dimanche aveva censurato la notizia dell'astensione, in quel ballottaggio, di colei che era ancora la moglie del candidato e poi presidente Sarkozy, Cecilia. Questo su Ratzinger non è propriamente uno scoop. La notizia del vizietto che affligge il povero papa e dei tentativi un po' goffi per nasconderlo era già uscita. Su Der Spiegel, il settimanale tedesco del 16 marzo. Ancora prima, in febbraio, era stato il deputato social-ecologista austriaco Karl Öllinger a rivelare la nuova scivolatina di Ratzinger, invano smentita dall'archidiocesi di Vienna e dall'agenzia di stampa cattolica austriaca Kathpress che si erano provate a negare che l'allora Prefetto vaticano per la congregazione della fede avesse dato il suo permesso di pubblicare il testo incriminato.Die Aula. Die Aula è una rivista e una casa editrice (Die AulaVerlag) di estrema destra che a sede a Graz, in Carinzia, la terra d'origine di Jörg Heider, l'esponente simil-nazista austriaco morte nell'ottobre scorso quando si andò a schiantare ubriaco con la sua auto dopo un festino a base di birra e boys, e del suo successore Heinz-Christian Strache, capintesta del FPÖ, il Partito austriaco della libertà. Il mensile Die Aula è parte integrante della Freiheitlichen Akademikerverbände Österreichs, la Congregazione accademica della libertà, gruppi che riuniscono i simpatizzanti della FPÖ nei Länder austriaci, in cui militavano da giovani Haider e Strache. Rue89 ha pescato alcuni numeri di Die Aula, che esce dal lontano 1951, e ha trovato alcune piacevoli quisquilie. Un articolo del '94 in cui riabilitava in pieno il negazionista Walter Lüfti che negava l'esistenza delle camere a gas (tanto che perfino Haider, per non bruciarsi la carriera, aveva dovuto prendere le distanze), definito «una pietramiliare sulla strada della verità». Gli editori di Die Aula-Verlag, Herwig Nachtmann, Otto Srinzi e Jürgen Schwab sono tutti noti esponenti dell'estrema destra germanofila (o nazistofila) e antisemita austriaca. La rivista aveva inserito l'articolo del cardinale Ratzinger in un volume che si occupava di liberalismo e massoneria» rivedendo «criticamente la rivoluzione del 1848» in Germania.Der Spiegel. Der Spiegel, ripreso da Rue89, fa luce su come Ratzinger abbia dato l' assenso alla pubblicazione del suo saggio sulla rivista nazi austriaca smentendo le smentite dell'archidiocesi di Vienna. Il 18 settembre '97, un giornalista di Die Aula, Gerloch Reisegger, aveva chiesto per iscritto al cardinale Ratzinger «l'autorizzazione per la riproduzione» (Abdruckerlaubnis) di un suo testo scritto nel '95 e pubblicato sulla rivista cattolica Communio. Il 30 settembre '97, il segretario del cardinale, Josef Clemens, risponse in modo inequivocabile. Così: «Caro signor Reisegger. In relazione alla sua amabile lettera del 18 settembre 1997, sono autorizzato, su ordine del signor cardinale Ratzinger a informarvi che egli è d'accordo che il suo testo "Libertà e Verità" sia riprodotto nel mensile Aula della Freiheilichen Akademikerverbände Österreichs». Quindi era autorizzato, quindi sapeva cosa fossero Die Aula e la Congregazione accademica della Libertà. Quindi era d'accordo. Non a caso nel sito di Die Aula campeggia la foto del suo illustrissimo collaboratore. E quando fu eletto papa, nell'aprile 2005, a testimonianza di una bella amicizia, la rivista gli mandò un messaggio di congratulazioni. Questo: «Noi salutiamo il vostro arrivo. Protettore di Dio! Come uno della Gioventà hitleriana e del Corpo anti-aereo che allora protesse i vostri simili dalla bolba dell'olocausto anglo-americano! Santissimo padre sapresete combattere oggi con altrettanta determinazione l'olocausto dei bambini?»Libertà e Verità. Ma a parte la collaborazione alla rivista filo-nazi c'è il contenuto del saggio del futuro papa. Che è una violentissima filippica contro la democrazia, che «non è ancora la forma compiuta della libertà» e via di seguito. L'affare del vescovo negazionista inglese Williamson non è uno scivolone.

domenica 5 aprile 2009

Denuncia dei redditi


Appena pubblicati i dati sulle dichiarazioni dei redditi, il Togo ha subito spedito aiuti umanitari per gli imprenditori italiani.

La Nigeria ha inviato due navi di alimentari e generi di prima necessità destinate soprattutto agli indigenti industriali del settore tessile/abbigliamento che dichiarano redditi ampiamente al di sotto della soglia di povertà.

Gli artisti albanesi hanno annunciato un grande concerto di solidarietà (Durazzo, 20 giugno prossimo) per sostenere le popolazioni imprenditoriali italiane in difficoltà. “Industriali alimentaristi e albergatori italiani – dice una nota diffusa a Tirana – non arrivano ai mille euro mensili.


Possiamo assistere in silenzio a questa tragedia?”.


Albania for Italy raccoglierà fondi anche per i costruttori edili italiani, che dichiarano in media 21.000 euro l’anno e rischiano un futuro di emarginazione e povertà. Il colonnello Gheddafi, in un lungo discorso, ha detto che la Libia accoglierà di buon grado gli indigenti industriali e commercianti italiani che per disperazione dovessero approdare sulle sue coste con imbarcazioni di fortuna. Ma accanto a grandi prove di amicizia e solidarietà non mancano le riflessioni politiche.


L’Italia è l’unico paese al mondo in cui i lavoratori dipendenti dichiarano al fisco più degli imprenditori dai quali sono assunti. Gli industriali dell’abbigliamento – che diffondono nel mondo il glorioso Made in Italy, vanto delle fabbriche cinesi – dichiarano al fisco meno dei pensionati, e quindi serve subito una massiccia azione di mutuo soccorso (forse era questo che intendeva l’altra sera in televisione il dottor Della Valle parlando di solidarietà con operai e studenti). In più, l’Italia è l’unico paese in cui centinaia di migliaia di benestanti scendono in piazza a protestare – come è avvenuto ieri – mentre i poveri imprenditori lottano ogni giorno contro mille difficoltà, costretti all’indigenza, rintanati senza speranza e senza assistenza nell’umido delle loro Porsche Cayenne posteggiate nel parco delle loro ville.

mercoledì 1 aprile 2009

La caduta degli dei


Ricordo a meta' degli anni 80 , nella londra tacheriana colei che assieme a Reagan dicevano che lo stato non e' la soluzione,ma il problema,bene adesso a distanza di 20 anni capiamo quanto e fragile l'economia di carta,e una pia illusione il sistema di arrichirsi sui debiti,come quello dei derivati o degli Hedge Fond in qualche paradiso fiscale,so che al capitalismo di stampo anglossassone verranno diversi mal di pancia a rinunciare a tutto cio',ma e la via maestra,ed e' inutile iniettare liquidita' in un sistema finaziario al collasso ,senza privarlo della possibilita di reiterare la Truffa,quindi qui e il vero banco di prova per il Regno Unito,visto che e sovrano in Jersey le Cayaman e altri e quello di ,di stringere le maglie per impedire il verificarsi di nuove maleversazioni come l'attuale,e che poi a pagare e sempre la classe lavoratrice,altrimenti in mondo di globalizzato ci potrebbe essere una globalizzazione delle proteste,con il risultato della paralisi,e sarebbe spiacevole vedere alla City di londra o a Wall Street quello che successe nel 1789 a Parigi.Quindi Vive la France e l'Allemagne.