martedì 25 novembre 2008

Walter e Massimo




















Serenamente analizzata la situazione politica,

sentiti con un piccolo sondaggio svariati amici elettori democratici,

valutata la situazione economica,

ecco una semplice ma decisiva conclusione:



Bibì e Bibò hanno rotto i coglioni.








È dal 1994 che assistiamo al trionfo di Berlusconi Silvio, ed è da allora, e pure da prima, che nel maggior partito della sinistra italiana Bibì e Bibò si fanno i dispetti come all'asilo.





Uno diventa segretario, l'altro fa la fondazione; uno diventa ministro, l'altro fa le primarie col fax; uno diventa presidente del consiglio, l'altro gli tira una torta.


Bibì fa il governo ombra, Bibò non ci sta.


Bibì apre una televisione di condominio, anche Bibò apre una televisione di condominio.


Bibì vuole il congresso, anzi no; Bibò è contro il congresso, anzi no.


Bibì ha la Binetti, Bibò vuole Casini.


Bibì scrive romanzi, Bibò si compra una banca.


Bibì mette Bettini in una stanza a fare le liste elettorali (tra cui il noto Villari, chapeau!),


Bibò ha un braccio destro come Latorre (e ho detto tutto).


Bibì tenta di parlare di politica, ma diventa uno spot del libro di Bruno Vespa, e questo è il posto dove ci tocca vivere.





Presto arriveremo al caffè versato sui pantaloni (ops! scusa, Massimo!), alla macchina rigata (ops! scusa, Walter!), allo sgambetto, al cuscino che scoreggia, alla stretta di mano con scossa elettrica: nemmeno Franco e Ciccio erano durati tanto con lo stesso repertorio.


Dichiarano, esternano, cooptano sodali e complici per i loro dispettucci, muovono pedine ognuno per irritare l'altro. E non si rendono conto che il loro pubblico non ride più da un pezzo, che è più povero, più stanco, più precario, più cassintegrato, più solo.





In platea le sedie vuote aumentano, manca poco al lancio di ortaggi, altro classico dell'avanspettacolo. Bibì, Bibò e Capitan Cocoricò che intanto, da Arcore, se la gode e se la spassa, fa e disfa, diventa ogni giorno più ricco e potente e arrogante e pericoloso.






Che brutto spettacolo, compagni democratici. E il biglietto costa carissimo per tutti.

mercoledì 19 novembre 2008

Guarire

vedi il video
censurato
Ci sono argomenti che è meglio non affrontare, termini che è preferibile non utilizzare, per questioni di decenza, per morale, e ci sono film che è il caso di tagliare, perchè potrebbero risultare "diseducativi". Figuriamoci poi se si tratta di un video di inchiesta dal taglio giornalistico... si passa direttamente alle minacce di querela.La vicenda è estremamente semplice. Saverio Tommasi, attore e regista e Ornella De Zordo, consigliere comunale a Firenze ( nota alle cronache anche per le ultime polemiche con il sindaco Dominici) decidono di mettere sù un progetto di "informazione alternativa" con una serie di dieci inchieste video inerenti temi di attualità. Realizzano la prima. Il tema è scottante ( chiesa e omosessualità), i contenuti promettono un gran bene, lo stile accattivamente fa l'occhiolino alle Jene, il giornalista in questione fa “l'infiltarto” di turno. Durata 10 minuti. Il video viene mandato su youtube e in poco tempo riesce a collezionare parecchi consensi, le associazioni gay e lesbiche italiane lo rilanciano con foga, se ne occupa anche la stampa nazionale, grazie al tam tam attuato via mail dai due intrepidi reporter.Tuttavia dopo una presenza in rete per una decina di giorni e circa 12.000 visite totalizzate, youtube decide di rimuovere il video a causa di una “ presunta violazione della privacy”.Le motivazioni, a detta di Tommasi sarebbero ben altre, ovvero le minacce di querela giunte a lui e a De Zordo da parte di uno dei protagonisti del video, Luca di Tolve, esponente del gruppo Lot e promotore dei seminari di guarigione per problemi legati alla sfera sessule funzionali a “ restaurare la mascolinità”, attraverso la preghiera e l'ausilio dello Spirito Santo. Che Di Tolve sia un esponente del gruppo non è un mistero, sulla sezione “ chi siamo” del sito si legge: “ Siamo un gruppo di giovani cattolici che in passato hanno frequentato con beneficio i corsi di Living Waters e di Obbiettivo Chaire per le ferite della sfera affettiva e relazionale.”Subito sotto compare una foto in primo piano, esattamente quella di Luca di Tolve, che racconta ampiamente e dettagliatamente la sua esperienza di gay “guarito” ormai eterosessuale, senza fare mistero del fatto che a guarirlo sia stata la scoperta delle teorie di Joseph Nicolosi nonché “ Tre rosari al giorno, i corsi del gruppo Chaire e quelli di Living Waters”.Fermiamoci un attimo su questi due gruppi. Il Living Waters ha come riferimento il pastore evangelico Andy Comiskey, anche lui ex-gay, creatore nel 1980, di un programma di guarigione interiore per problemi legati alla sfera relazionele e sessuale. Invece, Obiettivo Chaire- si legge su Wikipedia- è un gruppo cattolico che, nella fedeltà alle posizioni dottrinali del magistero della Chiesa cattolica riguardo all'omosessualità, si propone di «offrire risposta alla richiesta di aiuto pervenuta da molte persone [...] ferite nella propria identità sessuale, in particolare per tendenze di natura omosessuale». Si rivolge esplicitamente a «quelle persone che rifiutano la logica dell'attivismo gay e chiedono di essere accompagnati a superare il loro disagio, ritrovando il disegno originario di Dio sulla loro vita».Gruppi cattolici dunque, che si mettono in moto nella convinzione di rendere un servizio a persone sofferenti e malate, in questo caso omosessuali, con l'aiuto della religione e della preghiera, e appoggiandosi a strutture cattoliche. In sostanza: dall'omosessualità si può uscire cone si può uscire dalla droga.I siti di riferimento, quelli citati sul video, sono un continuo rimando, in molti casi è possibile trovare del materiale documentario, anche di carattere scientifico, o pseudo, più una serie di consigli per genitori e amici.Il lavoro fatto da Saverio Tommasi e Ornella De Zordo, è dunque un lavoro di documentazione e analisi, in primis dei documenti cartacei, che è possibile reperire anche on-line e delle diverse teorie che vi ruotano attorno, come la presunta responsabilità della figura materna nel caso dell'omosessualità del figlio, maschio... Ma nulla ha a che vedere con la violazione della privacy ( l' unica persona ad essere ripresa in volto è il padre esorcista mentre celebra la messa). Piuttosto ha i toni polemici di una denuncia. Assimilare l'omosessualità alla presenza di Satana sulla terra ( cpome avviene durante il corso in cui Tommasi si è infiltrato), e sostenere che “Pasolini morì a causa delle sue abitudini sessuali...” sono affermazioni pesanti e che difficilmente possono scrollarsi di dosso l'ombra omofobica che potrebbe celarsi dietro. L'Arcigay nazionale, dal canto suo, grida vergogna e “...denuncia questa aggressiva escalation contro l’omosessualità, che sparge menzogne e procura concreti danni ai vissuti delle persone che cadono in questa rete di esaltati cattolici reazionari!”. “ Le gerarchie cattoliche- scrive il presidente, Aurelio Mancuso- che ogni giorno pubblicamente condannano l’omosessualità, si affidano ora a praticoni apprendisti stregoni, che cercano di dimostrare che dall’omosessualità si può guarire, spargendo pericolissime idee e giudizi sul ruolo genitoriale e sui modelli sociali di riferimento, che dovrebbero preoccupare in primo luogo i cattolici.”Per molto tempo considerata una malattia psichiatrica, l'omosessualità ha perso quest'etichetta dalla metà degli anni '70, dal '93, questa posizione è stata fatta propria anche dall'OMS. Ciononostante essere omosessuali continua ad essere un reato, punibile anche con la pena di morte o con la reclusione, in molti paesi nel mondo, 94 gli Stati in cui esiste il ’reato di omosessualità’, in 7 di questi (Iran, Mauritania, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Yemen, Arabia Saudita, Nigeria) vige la pena capitale. Però la proposta francese di una moratoria internazionale per il reato di omosessualità da portare all'ONU è stata accolta in maniera critica dal Vaticano, suscitando una serie di polemiche successive fino ad un sit-in svoltosi il 6 dicembre.Secondo il Vaticano, infatti, chiedere la depenalizzazione del reato di omosessualità porterebbe come conseguenza ad una serie di pressioni all'interno degli stati che non accettano unioni fra persone dello stesso sesso. Recentemente una leggera marcia indietro, tramite il direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi: “ "La Chiesa è certo per una depenalizzazione della omosessualità, non è per riconoscere leggi penali che considerino crimine l'omosessualità".Fermo restando che al momento si tratta di una proposta, da avanzare al'ONU, di cui il Vaticano non fa parte.

L'altra inchiesta


vedi il video

martedì 18 novembre 2008

FROCI, ZINGARI, NEGRI, OPERAI E VLADIMIR LUXURIA


Non mi è mai piaciuto Giovanni Dall'Orto
l'ho sempre considerato un gay di destra e in effetti lo è
ma per la prima volta alcune sue considerazioni sono molto interessanti


eccole qua!


NEGRI, OPERAI E VLADIMIR LUXURIA

di Giovanni Dall'Orto.
Da qualche tempo mi giungono segnali sul fatto che a sinistra si sta ahimè diffondendo una "leggenda urbana" che dice
che la sinistra in Italia ha perso perché pensa solo a froci, negri e zingari, e ha dimenticato la classe operaia.
Ora, questa frase era già stata messa in bocca a un anonimo operaio della Fiat Mirafiori in uno strano articolo di Maurizio Pagliassotti su "Liberazione" del 16 aprile 2008 ("strano" al punto che su un forum online è stato fatto notare che il suo intento sembra semmai insinuare che gli operai hanno votato Lega e non la sinistra perché sono razzisti, omofobi e fascisti. Per parafrasare Brecht, quando un popolo fa capire di non volere più una classe politica, essa spesso decide che è arrivato il momento di cambiare il popolo).
Un mito di destra spacciato come idea di sinistra Nonostante "Liberazione" sia caduta nella trappola di sdoganarlo a sinistra (ma il quotidiano di Rifondazione comunista aveva la coda di paglia, come vedremo poi), in realtà, come ho già avuto modo di sottolineare altrove, le radici di questo mito stanno a destra, e chi ne ha fatto ampia propaganda sono stati semmai i giornali di destra, da "Libero" a Ladestra.info. Tant'è che un illuminante articolo sui "Libero", in data 25-04-2008 (A furia di pensare ai gay la sinistra li perde per strada, di Fausto Carioti) dimostra che in realtà il misterioso operaio omofobo, ovviamente di nuovo rigorosamente anonimo (questa volta è di Piombino) era all'opera già da prima della sconfitta elettorale: nel dicembre 2007 infatti Fabio Mussi "mostrava ai giornalisti" un grido dal cuore di questo ex elettore che lagnava: "Non vi seguo più, ormai vi occupate soltanto di carcerati, di finocchi e di negri".
Ora, a leggere queste lamentele parrebbe che l'Italia sia un Paese in cui, durante il governo del centrosinistra, sono state approvate decine di leggi di tutela di carcerati, finocchi, negri e zingari.
La realtà è, invece, esattamente all'opposto: l'Italia è, anche grazie all'ignavia della sua sinistra, il Paese europeo più arretrato in (quasi) tutti questi campi. Si potrebbe pensare allora che, almeno, visto che non si è ottenuto nulla sul fronte dei diritti civili, l'Italia sia riuscita almeno a tutelare i cittadini sul fronte dei diritti dei lavoratori. Ma neppure questo è vero: siamo l'unico Paese europeo (assieme alla Grecia) a non avere il sussidio di disoccupazione, abbiamo i salari più bassi della Vecchia Europa, nonché i lavoratori più precari e privi di speranze, al punto che si è creata una crisi demografica da far paura perché i giovani, semplicemente, non si possono più permettere di fare figli: perfino il papa se n'è accorto e se ne lagna! Quando la sinistra fa concorrenza alla Lega Insomma, per farla breve la questione omosessuale in Italia è stato un nodo che la sinistra si è rivelata, culturalmente e politicamente, incapace di sciogliere. A differenza di quanto è accaduto nelle altre nazioni europee. La soluzione della sinistra italiana, a questo punto, qual è oggi? Forse cambiare cultura e politica, in modo da recuperare il tempo perduto? Ma neanche per sogno: Brecht insegna. La soluzione è cambiare gli elettori. Cioè spostarsi a destra, verso elettori omofobi e xenofobi da titillare nei loro preconcetti... costa meno fatica che ostinarsi a voler cambiare le cose!
A mio parere il metalmeccanico di Piombino, o della Mirafiori, è il corrispondente di sinistra del "Joe l'idraulico" della campagna presidenziale statunitense: l'onesto lavoratore il quale lamenta che la promessa di tassare di più chi percepisce oltre 250.000 dollari all'anno avrebbe andato in rovina i lavoratori come lui. Peccato poi che si scopra che Joe l'idraulico non si chiama Joe, non fa l'idraulico, e che dichiara al fisco appena 40.000 dollari all'anno (...e gli altri 210.000?). E che oltre tutto non voterà neppure!
In altre parole, il metalmeccanico comunista omofobo di Piombino non è altro che una figura di fantasia, creata da una classe politica di sinistra incapace di fare il proprio mestiere, che si è inventata su misura l'elettore di cui ha bisogno pur di non andare incontro ai bisogni reali di coloro che dice di rappresentare.
E che infatti non l'hanno votata, indovinate voi perché. La centralità politica della questione omosessuale Ora, io non so perché mai la destra abbia dato tanta importanza alla questione omosessuale. Ne convengo con i nostri critici: i problemi di una minoranza del 5% non dovrebbero bloccare una nazione intera. E tuttavia non è la sinistra ad averla bloccata, sono stati sempre la destra ed il centro. Mastella aveva addirittura preannunciato che sarebbe uscito dalla maggioranza il giorno stesso in cui essa avesse affrontato la questione del Pacs/Dico. Dunque, se per la questione omosessuale vale la pena di far cadere un governo, com'è possibile che la sinistra non abbia su tale questione una posizione, una proposta, una capacità d'analisi in materia? Non dico che non debba dormirci su la notte, ma se questo è un terreno di scontro scelto dal nostro nemico per combatterci, perché abbandonarlo senza neppure tentare una resistenza?
La ragione è purtroppo che il centrosinistra italiano vive come una spina nel fianco le questione dei diritti lgbt. La chiesa cattolica, alla quale per ragioni che mi risultano misteriose ha deciso di doversi sposare per l'eternità, ne fa una questione di principio.
E non avendo il centrosinistra italiano nessun principio di nessun tipo, non vede motivo per farne lei, a sua volta, una questione di Princìpi. Pertanto, parve bello e "progressista" eleggere nelle proprie file Franco Grillini, creatore e presidente per dieci anni della più importante organizzazione gay d'Italia, ma solo perché si pensò che sarebbe stata una presenza simbolica. Ma dal momento in cui Grillini dimostrò di fare sul serio, proponendo leggi e facendo quotidianamente le pulci all'omofobia della classe politica italiana, la politica lgbt è diventata a sua volta un problema.
Da qui la decisione, assolutamente catastrofica, di eleggere da quel momento in poi unicamente sbiaditi zii Tom, il cui compito non è mai stato portare le istanze del movimento lgbt nella politica, bensì quello di ficcare in gola le esigenze della politica alla dirigenza di tale movimento.
Il risultato è stato, prevedibilmente, disastroso.
Gli zii Tom in Parlamento
Particolarmente catastrofica è stata la decisione da parte di Rifondazione Comunista di far eleggere quale "rappresentante" del movimento lgbt italiano Vladimir Luxuria, il cui merito principale era l'aver organizzato feste e spettacoli di successo, nonché di essere diventata una presenza costante nei talk shows televisivi. Vladimir era infatti l'uomo di "Liberazione", a cui collaborava di tanto in tanto, e questo bastava a qualificarla come la persona adatta al ruolo.
E lo era. Tant'è che la sua prima dichiarazione dopo l'elezione fu che i Pacs non erano affatto nel programma dell'Ulivo. Se non altro Vladimir aveva capito benissimo cosa gli veniva chiesto di fare in quel ruolo.
Né è diverso il ruolo affidato oggi, o affibbiato, alla precedentemente sconosciuta neo-onorevole Paola Concia che, al di là della sua buona volontà, serve unicamente a tenere a bada le rivendicazioni del movimento gay, non certo a farle avanzare.
Ecco un esempio: un mio collega ha fatto un'inchiesta sui gay nell'esercito, ed ha chiamato il Pd per avere la dichiarazione in materia da parte del ministro ombra della Difesa e del Ministro ombra dell'Interno. Stupore e scandalo da parte della segretaria: "Ma perché vuole parlare con loro? Per queste cose c'è Paola Concia". Della serie, le mani le facciamo sporcare a lei, in questo modo si evita di dover prendere posizione noi sulle questioni scottanti...
Anche di recente, nella polemica relativa alle ributtanti dichiarazioni omofobe della Binetti, che ha detto che i gay sono tutti pedofili, il ruolo della Concia è stato chiaramente quello di sopire e minimizzare ("È stata solo una polemica avviata da Franco Grillini": be', allora meno male che Franco Grillini esiste!).
Il caso Luxuria è finalmente esploso in tutta la sua contraddittorietà quando la simpatica soubrette pugliese è finita all'"Isola dei famosi", facendo scoprire ai compagni di partito di essere ciò che era sempre stata: un personaggio mediatico. (Al proposito condivido la critica contenuta il 12 novembre 2008 nell'articolo Luxuria, da "Bella ciao" a "Ciao bella", su "Il Riformista"). Non condivido insomma lo scandalo che ne è seguito fra i comunisti. Perché quando Luxuria fa la soubrette oggi, fa né più né meno che quello che faceva dieci anni fa. L'errore nella sua elezione è stato di chi (Bertinotti in testa) s'è illuso di poter sostituire la realtà con la tv, il lavoro di base con i salotti televisivi, i militanti gay che lavorano sul territorio con gli ospiti del Maurizio Costanzo show...
Quindi non è stato di Luxuria, che ha fatto quel che sapeva fare: spettacolo. Dirottando per esempio la discussione sulla questione omosessuale dagli scomodi Pacs, alla molto più futile questione di quale gabinetto debbano usare in parlamento i deputati transgender.
Cari compagni di Rifondazione, ma non l'avevate eletta proprio per questo: per far spettacolo anziché politica "scomoda"? E allora, di che vi lamentate, se vi ha aiutati nella vostra battaglia vittoriosa per evitare che si discutesse di Pacs... anche se poi tale vittoria vi è costata la disfatta nelle elezioni? La scelta è stata vostra, non sua... o nostra.
Conclusione
In conclusione, non è vero che la sinistra si sia occupata "troppo" di gay, quindi non è vero che il popolo di sinistra non voti i partiti di sinistra per tale inesistente ragione, e infine non è vero nemmeno che esista nella sinistra "il metalmeccanico di Piombino" che esprime istanze di questo tipo.
Esistono, ovviamente, operai omofobi e leghisti, e sarei un cretino a negare questo fatto, ma è ovvio che costoro voteranno Lega.
E se permettete, delle opinioni politiche dei miei nemici, posso anche fregarmene.
Gli operai comunisti omofobi ci sono. Ma il movimento gay discute con loro fin dalle origini (celebre è diventata la frase "Sono d'accordo con quanto ha detto il compagno busone prima di me", detta a un'assemblea in cui aveva parlato Franco Grillini per Arcigay), ed ogni volta che ha avuto la possibilità di discuterci alla fine non si è mai trovato di fronte ad una porta sbarrata. Mai. Difficoltà, incomprensioni, sì, litigi, più di una volta, ma mai porte sbarrate. Dunque costoro ci sono ma, a sinistra, non sono mai stati loro il problema. Tant'è che il problema qui è la dirigenza comunista omofoba, che non ha mai mandato giù l'idea di doversi confrontare con le richieste politiche dei busoni. Punto e a capo.
Personalmente, non credo che Berlusconi riuscirà ad arrivare alla fine del quinquennio. Sta agendo come se fosse guidato da una mano Provvidenziale per alienarsi i suoi elettori, a furia di insulti, minacce, bugie clamorose e manganellate. (Vai avanti così, Silvio, che vai bene!).
Né penso che sia destinato a durare a lungo quel pasticcio a nome Pd (un ircocervo tanto contro natura che al Parlamento Europeo non sanno in che gruppo ficcarlo), che per trapiantare Binetti su Pannella ha dovuto eliminare gli anticorpi per evitare rigetti, e per questo adesso rischia di morire alla prima infezione che si manifesti.
Ciò detto, penso ahimè pure che quanto detto da Nanni Moretti del Pd ("Con questi politici non vinceremo mai"), valga anche per la dirigenza della sinistra. Una classe politica che s'inventa il metalmeccanico di Piombino solo per giustificare le proprie mancanze di coraggio e incapacità d'analisi, e che crede che basti esibire in parlamento una soubrette televisiva come foglia di fico per rimediare al pasticcio, non ha futuro. Ha solo, come si suol dire, "un grande passato davanti a sé".

sabato 8 novembre 2008

Giorgiana


La risposta dell'Unità a Cossiga



«Se l'ex presidente Cossiga si fosse limitato ad accusarci di "istigare" qualcuno, avremmo volentieri evitato di rispondergli. L’Unità è sotto gli occhi di tutti e ciascuno può facilmente verificare il contenuto e il tono dei nostri articoli.Il fatto è che, il 23 ottobre, in un'intervista, aveva suggerito di "infiltrare il movimento con agenti provocatori". E ieri, nella sua lettera indirizzata al capo della polizia, ha auspicato che ci sia "una vittima"."Agenti provocatori", "vittima". È una sintesi molto precisa di quel che accadde il 12 maggio del 1977 quando a Roma fu uccisa una ragazza di 19 anni, Giorgiana Masi. Ancora non è chiaro come siano andate veramente le cose. Però si sa per certo che la stessa persona che oggi dà certi suggerimenti e formula certi auspici era, all’epoca, ministro dell’Interno. Per questa ragione – con tutto il rispetto – ci sentiamo in dovere di rivolgere al presidente Cossiga una domanda: chi ha ucciso Giorgiana Masi?»



Pubblicato il: 08.11.08 L' UNITA'

venerdì 7 novembre 2008

Storia di Luigi delle Bicocche



Questa che vado a raccontarvi è la vera storia di Luigi delle Bicocche, eroe contemporaneo a cui noi tutti dobbiamo la nostra libertà






Piacere, Luigi delle Bicocche Sotto il sole faccio il muratore e mi spacco le nocche.


Da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper Che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un chopper


Invece io passo la notte in un bar karaoke, se vuoi mi trovi lì, tentato dal videopoker,


ma il conto langue e quella macchina vuole il mio sangue ..un soggetto perfetto per Bram Stroker




Tu che ne sai della vita degli operai


Io stringo sulle spese e goodbye macellai


Non ho salvadanai, da sceicco del Dubai E mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a SNAI


Io sono pane per gli usurai ma li respingo


Non faccio l’ Al Pacino, non mi faccio di pacinko Non gratto, non vinco, non trinco/ nelle sale bingo/ Man mano mi convinco/ che io


sono un eroe,


perché lotto tutte le ore.


Sono un eroe


perché combatto per la pensione


Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari


Sono un eroe


perché sopravvivo al mestiere.


Sono un eroe straordinario tutte le sere


Sono un eroe e te lo faccio vedere.


Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere




Stipendio dimezzato o vengo licenziato


A qualunque età io sono già fuori mercato …fossi un ex SS novantatreenne lavorerei nello studio del mio avvocato invece torno a casa distrutto la sera, bocca impastata come calcestruzzo in una betoniera


io sono al verde vado in bianco ed il mio conto è in rosso quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera su, vai, a vedere nella galera, quanti precari, sono passati a malaffari quando t’affami, ti fai, nemici vari, se non ti chiami Savoia, scorda i domiciliari finisci nelle mani di strozzini, ti cibi, di ciò che trovi se ti ostini a frugare cestini ..ne’ l’Uomo ragno ne’ Rocky, ne’ Rambo ne affini farebbero ciò che faccio per i miei bambini, io


sono un eroe.


Per far denaro ci sono più modi, potrei darmi alle frodi E fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi


C’è chi ha mollato il conservatorio per Montecitorio Lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody


Io vado avanti e mi si offusca la mente


Sto per impazzire come dentro un call center


Vivo nella camera 237 ma non farò la mia famiglia a fette perché sono


un eroe.




vedi...

giovedì 6 novembre 2008

A passo di gambero






Genitori ...biologici



Se non fossi diventato un giocatore dell'Inter, di me non gliene importerebbe nulla








MILANO - Un comunicato sul sito ufficiale. Inchiostro nero su sfondo grigio. Per rispondere ai «signori Thomas e Rose Barwuah, i miei genitori biologici». Mario Balotelli si affida al web per ribadire che l'unico legame che prova «è con le persone che mi hanno amato come un figlio. Gli altri, per me, sono degli estranei». Una dura presa di posizione, da parte dell'attaccante dell'Inter, al quale non sono affatto piaciute certe dichiarazioni alla stampa. «Si è scritto di due persone costrette, perché povere e senza lavoro, a 'dare in adozione' il figlio. Falso, perché non sono mai stato dato in adozione e soprattutto nessuno li ha mai costretti ad abbandonarmi in ospedale quando ero neonato e a sparire negli anni successivi all'affido».






ASSENTI PER 16 ANNI - Balotelli poi aggiunge: «Perché nessuno ha chiesto ai signori Barwuah, che oggi si fanno fotografare sui giornali con facce tristi e la mia foto con maglia dell'Inter in mano, come mai, una volta che sono guarito, non hanno fatto domanda in Tribunale per riprendermi? E perché per 16 anni, a parte qualche visita all'inizio, grazie alla pazienza di mamma e papà che mi portavano da loro, hanno pensato bene di sparire salvo venire allo scoperto adesso che sono diventato un giocatore di serie A? Per 16 anni non ho nemmeno ricevuto una loro telefonata nel giorno del mio compleanno. Con loro, dai due anni in poi, non ho mai vissuto. Ora però vogliono far sapere a tutti che sono loro i 'veri' genitori e che vogliono il mio affetto, come se fosse un loro diritto derivante dallo stesso sangue».

ACCUSE BUGIARDE - Balotelli si dice addolorato che «nonostante la mia richiesta di smetterla, continuino a farsi intervistare sperando di ottenere chissà quale vantaggio e lanciando accuse bugiarde a mamma Silvia e papà Franco. I quali non erano affatto ricchi quando mi hanno accolto, né lo sono oggi. Papà pensionato e mamma casalinga, due persone normalissime e con altri figli. E che non hanno mai parlato male dei miei genitori biologici davanti a me (come è stato invece bugiardamente scritto) e a tutt'oggi scelgono il silenzio e il non apparire per un'unica ragione: il mio bene. Poiché mi aspetto, a breve, di vedere i signori Barwuah lanciare appelli anche davanti alle telecamere nelle trasmissioni tv, dichiaro fin d'ora che questi appelli, opportunistici e tardivi, non otterranno alcuna risposta - conclude Balotelli - Ribadisco che penso che se non fossi diventato Mario Balotelli, di me ai signori Barwuah non gliene importerebbe nulla».


lunedì 3 novembre 2008

Mignottocrazia


ROMA - Paolo Guzzanti, senatore di Forza Italia, torna a criticare Silvio Berlusconi e, stavolta, attraverso le pagine del suo blog, se la prende anche con Mara Carfagna. Il ministro viene definito "calendarista alle pari opportunità", "inadatta" a ricoprire quel ruolo. Non solo: quella di Berlusconi, nei suoi confronti, sarebbe stata una "nomina di scambio", offerta in cambio di qualcosa che il senatore non specifica. Una presa di posizione che fa seguito alle dichiarazioni, rilasciate lo scorso 8 ottobre, quando Guzzanti aveva attaccato il premier per aver lodato la Russia di Putin. "Berlusconi mi fa vomitare", aveva detto in quell'occasione. Adesso critica senza troppe mezze misure il ministro delle Pari Opportunità: "Secondo quanto dicono alcuni testimoni che considero credibili, attendibili e tutt'altro che interessati - scrive nei commenti, rispondendo ad un suo lettore - esistono proporzionati motivi per temere che la signorina in questione occupi il posto per motivi che esulano dalla valutazione delle sue capacità di servitore dello Stato, sia pure apprendista. La sua intelligenza politica è nulla". Ancora: "Resta aperta una questione irrisolta: quali meriti straordinari hanno condotto questo giovane cittadino della Repubblica ad una carriera così fulminea? Mi chiedo come questa persona abbia ottenuto il posto". Ma l'accusa di Guzzanti è più pesante, perché è quella di una vera e propria nomina di scambio, un favore fatto alla Carfagna dal premier. Facendo riferimento ad alcune intercettazioni mai pubblicate dai giornali, ma che lui avrebbe letto, Guzzanti risponde ad un lettore che gli chiede se le "nomine di scambio" fossero più d'una: "Per quel che ne so, dai testi oculari, più di una. Per questo lo scandalo sarebbe devastante, costituzionalmente e istituzionalmente devastante. Più di scambio, tratterebbesi di compenso. Come scrisse Cossiga: 'ai miei tempi si offriva un filo di perle o un appartamento'".
Guzzanti è padre della comica Sabina, alla quale proprio la Carfagna ha chiesto un milione di euro di danni. A chi lo attacca per questa sua presa di posizione contro la Carfagna, Guzzanti dice: "C'entra il senso dello Stato, il primato delle regole, la limpidezza della democrazia. Abbasso la mignottocrazia, viva la Repubblica". E nel post vero e proprio, il senatore si chiede se sia possibile che in una democrazia "il capo di un governo nomini ministro persone che hanno il solo e unico merito di averlo servito, emozionato, soddisfatto personalmente? Potrebbe essere il suo giardiniere che ha ben potato le sue rose, l'autista che lo ha ben guidato in un viaggio, la meretrice che ha ben succhiato il suo uccello, ma anche il padre spirituale che abbia ben salvato la sua anima, il ciabattino che abbia ben risuolato le sue scarpe". Infine, un altro interrogativo: "è lecito o non è lecito che si faccia ministro in uno Stato immaginario e anzi in un Pianeta di un'altra costellazione, una persona che ha come suo merito specifico ben soddisfatto il capo del governo?".


domenica 2 novembre 2008

Binetti





Binetti: un rimedio contro i pedofili




venerdì 31 ottobre 2008 , Il coriere della sera






ROMA — Senatrice Paola Binetti, ha visto il documento del Vaticano sui gay che non possono diventare preti?


«La Chiesa sta ribadendo una dottrina consolidata per la scelta dei suoi pastori. Del resto...».




Del resto cosa?


«Non dimentichiamo che proprio recentemente si è verificata la situazione drammatica dei preti pedofili».




E la pedofilia ha a che fare con la omosessualità?


«Stiamo attenti. Il documento della Congregazione per l'Educazione cattolica parla di "tendenze omosessuali fortemente radicate" ».




Quindi?


« Quindi queste tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia. Siamo davanti ad un'emergenza educativa».




Educativa?


«Ma sì. Il compito dei pastori della Chiesa si esplica al massimo proprio con i giovani, giovanissimi. Non mi stupisce che il Santo Padre abbia voglia di avere sacerdoti sani, sportivi, vissuti come modelli potenziali. Per questo ha ribadito anche l'importanza della castità. Perché...».




Perché?


«La pedofilia, in fondo, c'è anche nei confronti delle ragazzine. Anche se molto meno frequente».




Alessandra Arachi










Liberazione sabato 1 novembre 2008


Dopo le dichiarazioni della parlamentare su gay e pedofilia




Luca Trentini*








Le inaccettabili affermazioni dell'onorevole Paola Binetti a commento della decisione vaticana di escludere definitivamente i gay dai seminari riaprono una ferita mai rimarginata nel lungo e annoso conflitto fra gerarchia vaticana e comunità omosessuale. Costruire per l'ennesima volta un parallelo fra pedofilia e omosessualità non è solo affermare qualcosa di antiscientifico, è diffondere consapevolmente una visione falsa, distorta, persecutoria, diffamante e irresponsabile. Chiariamoci, nulla di nuovo. Queste affermazioni le abbiamo già sentite tante, troppe volte. Tuttavia fa scandalo che in questo paese si diano ancora cittadinanza a dichiarazioni che colpiscono la dignità di una intera comunità e perpetuano luoghi comuni e stereotipi degni delle più basse e retrograde frange della destra omofoba. Tutto ciò è parte di una più ampia strategia di delegittimazione che la gerarchia cattolica ha da tempo posto in essere per bloccare in origine qualsiasi apertura al riconoscimento della dignità e dei diritti degli omosessuali. Pochi giorni fa il Cardinal Caffarra, arcivescovo di Bologna dichiarava che "l'introduzione del matrimonio omosessuale rappresenta forse il più grave errore antropologico di cui si avvelena la postmodernità: l'espulsione dalla coscienza della diversità sessuale muta la natura del bene comune, dissesta cioè ogni forma di società umana". Le relazioni omosessuali sarebbero così un male assoluto, un disordine inaccettabile, innaturale, capace di distruggere la società. Semplicemente falso. E lo sa chiunque sia stato all'estero. Certo stupisce che il concetto di natura sia tirato in ballo in modo esclusivo. E' secondo natura una vita di castità? E' naturale la monogamia, la fedeltà, la continenza sessuale? La natura ci detta un mondo crudele, dove è il più forte a prevalere, dove non esiste pietà per i deboli e per i malati. Eppure nessuno dubita che in tutti questi casi sia lecito, anzi giusto e umano, andare contro natura, facendo prevalere quello che ci consiglia il cuore piuttosto che seguire i dettami dell'istinto. Ma per noi omosessuali il concetto non vale. La natura deve essere rispettata senza deroghe, senza pietà e misericordia, senza alcuna considerazione dell'umanità, dei sentimenti, dell'amore e della vita delle persone. D'altronde la parlamentare Binetti è una convinta assertrice della concezione che vuole l'omosessualità relegata all'ambito del disagio e della malattia. Insieme all'infettivologa Atzori sostiene la terapia ripartiva, condannata apertamente dall'ordine nazionale degli psicologi, ma sostenuta attivamente da gruppi cattolici e parrocchie. Siamo insomma di fronte all'ennesimo tentativo, nemmeno troppo velato, di regressione culturale, che vuole nuovamente spingere noi omosessuali nell'ombra della discriminazione, del sospetto, della sofferenza presentandoci all'opinione pubblica come un pericolo sociale. Tuttavia Paola Binetti dimentica che noi omosessuali, da Stonewall in poi, abbiamo dismesso il nostro "sguardo ferito", e non deroghiamo a nessuno la difesa della nostra dignità e della libertà che ci siamo guadagnati grazie al coraggio e alla sofferenza di molti. La denunceremo, perché reputiamo inaccettabile per un paese civile equiparare i nostri rapporti d'amore a degenerazioni psicologiche, accostare le nostre relazioni a istinti volgari e patologici, mettere in discussione la nostra lontananza da pratiche di violenza e sopraffazione che deprechiamo, soprattutto se perpetrate a danno di bambini. Non sta a noi confutare queste tesi sul piano scientifico: ci appelleremo per questo all'ordine nazionale dei Medici, che dovrà spendere parole chiare per mettere una pietra tombale su questi inaccettabili sospetti, che ancora popolano il sottobosco della subcultura popolare. Alla parlamentare diciamo solo di vergognarsi. Con le sue affermazioni arma la mano di chi ci aggredisce, giustifica l'odio di chi discrimina, soffia sulle braci della violenza omofoba, diffonde sospetti e paure. In un paese civile un affermazione del genere provocherebbe reazioni capaci di far saltare lo scranno su cui siede la nostra onorevole. Temo che da noi non sarà così. In nome di una falsa libertà di espressione si consentirà ancora che si calpestino le nostre vite, si nasconderà questa violenza ideologica sotto la cenere dell'"opinione personale" , nobilitando e legittimando la gravità di queste dichiarazioni. Si perderà l'ennesima occasione per stigmatizzare l'inumanità di tesi che hanno consentito fino ad oggi alla chiesa di confinarci in un recinto di sospetto e di nascondere la naturalezza e la verità dei nostri rapporti. Sappiamo bene che la maggioranza di questo paese non è con Paola Binetti, e questo ci da forza. Lavoreremo perché questo possa essere l'ultimo canto del cigno di una "cultura" ormai in disarmo.