venerdì 3 dicembre 2010

Complotto


Il Manifesto, in collaborazione con la Spectre. È in grado di mostrare in esclusiva mondiale il maligno disegno che si propone di screditare l’Italia a livello mondiale, un complotto demo-giudo-plutocratico-venusiano. La prima novità è che il disegno non è uno solo. Ecco il dettaglio della torbida macchinazione.
Nel primo disegno si vede il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che piazza il figlio della sua compagna al ministero, un lavoretto da consulente all’Osservatorio per lo Spettacolo (2009) per la miseria di 25mila euro.
Nel secondo disegno si vede ancora il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che trova un lavoretto (altri 25mila euro) all’ex marito della suddetta compagna, Emanuela Repetti, che evidentemente nella sua condizione di indigente deputata Pdl non poteva dagli una mano da sola.
Nel terzo disegno si vede – nell’ambito dei drastici tagli alla cultura – il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che elargisce una sovvenzione di 285mila euro a una compagnia teatrale che sta vicino a Fivizzano, il suo paese.
Nel quarto disegno si vede il ministro dei beni culturali Sandro Bondi finanziare la trasferta dalla Bulgaria di quaranta persone per presentare e premiare a Venezia un film che non ha visto nessuno, dove recita (?) l’attrice Bulgara Michelle Bonev, “molto cara al primo ministro bulgaro e a Berlusconi” (parole del ministro della cultura bulgaro). Le indiscrezioni parlano di una cifra intorno ai 400mila euro.
Nel quinto disegno si vede il ministro dei beni culturali Sandro Bondi stanziare di 670 mila euro per lavori di ristrutturazione in due chiese, site a Novi Ligure, città della sua compagna e attuale residenza del ministro.
Come tutti possono capire, c’è un complotto internazionale per screditare l’Italia, come ha fatto intendere l’ex maestro di sci dei figli di Silvio Berlusconi, il ministro degli affari esteri Franco Frattini. E’ ora di dire basta, di respingere questi disegni che screditano il paese. Cosa che faremo con decisione. Appena avremo smesso di ridere.

martedì 12 ottobre 2010

La lettera


Sembra sia passata un po’ in sordina la notizia che il presidente iraniano Ahmadinejad ha scritto una lettera a Benedetto XVI, in cui lo ringrazia per aver preso posizione contro il rogo del Corano, gli propone «una collaborazione fra religioni divine per fermare il secolarismo e la crescente tendenza dell’uomo a concentrarsi sulla vita materiale», e si preoccupa della «mancanza di riguardo dell’umanità per gli insegnamenti delle religioni divine».

La sordina dei media, che hanno dedicato alla missiva solo poche righe asettiche e senza enfasi, riflette l’evidente imbarazzo della Santa Sede. Il portavoce, padre Lombardi, si è limitato a confermare che la lettera è stata consegnata personalmente al Papa dal vicepresidente iraniano, e ha rimandato al comunicato della presidenza iraniana per un estratto dei contenuti.

L’imbarazzo è ovviamente giustificato. Le parole del fondamentalista Ahmadinejad riecheggiano infatti quelle che Benedetto XVI va ripetendo da tempo, nella sua donchisciottesca battaglia contro il mulino a vento del relativismo.

sabato 9 ottobre 2010

venerdì 20 agosto 2010

Elton


«E' gay, Elton John
non può suonare
di fronte alla cattedrale»



TRANI - Se si farà, passerà certamente alla storia per uno dei concerti più tormentati di questa porzione di Puglia. Sì, no, nì, boh! Alla fine Elton John terrà o no il suo concerto a Trani? E chi può dirlo. Dopo la sfavillante presentazione «dell’evento dell’estate» a Palazzo di Città lo scorso 3 giugno «per candidare il borgo antico di Trani a monumento tutelato dall’Unesco», si è passati al dubbio sulla data, poi alla cancellazione dell’appuntamento del 23 settembre, seguito dalla «riapparizione» di note e lustrini anticipata al 22, sempre di settembre, con annesso cambio di «location», come si usa dire oggi: non più la piazza dove si affaccia la splendida cattedrale, ma il piazzale del monastero di Colonna.

Tutto definito? Macché! Monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto, tuona dal sito cattolico pontifex.roma.it: «I cattolici farebbero bene ad occupare la piazza della cattedrale di Trani per protesta contro Elton John. Incredibile che canti davanti ad una chiesa. Non se ne può più degli omosessuali». E poi: «Meglio non nascere che vivere certe esistenze».

«Certo - dice il vescovo toscano a Bruno Volpe, che cura il sito internet - un vescovo non può impedire di fare svolgere una manifestazione pubblica o un concerto sul suolo comunale, ma i cattolici hanno il diritto di farsi sentire e prima che quella piazza la occupi certa gente, tanto vale che la invadano loro». Il concerto (salvo altri cambiamenti) non è più previsto nella piazza della cattedrale, ma in quella del monastero di Colonna: non si sa, se nel tourbillon di date e sedi, quest’ultima collocazione trovi il gradimento del presule. Che così prosegue: «Il 22 settembre a Trani sul sagrato davanti alla storica cattedrale Elton John terrà un concerto. Il vescovo di Trani ovviamente e senza alcuna colpa, non può interferire essendo lo spazio del Comune».

«Stimo il confratello di Trani - dice mons. Babini a Volpe - e lui sa come comportarsi per il meglio. Certo, poverino, non ha alcun potere di vietare quel concerto, ma potevano anche scegliere un luogo più adatto. Fare cantare quel signore davanti ad una Chiesa mi sembra inadeguato, blasfemo ed offensivo, esistono luoghi acconci a queste cose, la Cattedrale é pur sempre la cattedra del vescovo e la chiesa dei fedeli tutti, dei cattolici, messa in ridicolo da quel signore».

«Tutti conoscono - prosegue il vescovo merito di Grosseto - le disordinate tendenze di Elton John e la sua vita depravata, dunque svolgere una sua esibizione davanti alla casa di Dio è offensivo. Allora io come vescovo scriverei una bella lettera di sdegno ai fedeli. Oggi i cattolici sono chiamati all' impegno militante, e davanti alla omosessualità francamente non se ne può più. Ora meglio che quella piazza la occupino i sani cattolici che quelli , insomma i sostenitori del cantante tra i quali facile trovare soggetti dalle tendenze strane». Insomma, quel concerto non s’ha da fare. Almeno della piazza della cattedrale, nel piazzale del monastero di Colonna, chissà. Dal Comune e dalla Curia arcivescovile per ora nessun commento.




Sono sempre più sconcertato dalle varie uscite di presuli cattolici nei confronti dell’ omosessualità e delle persone omosessuali , come ateo e omosessuale mi stupisco della cattiveria gratuita di cui si fanno portatori questi personaggi . Arrivare a dire che “sarebbe meglio non nascere che nascere gay “ proprio da coloro i quali si ritengono i difensori della vita sempre e ad ogni costo.. è quasi comico.
Nessuno sceglie di venire al mondo , e nessuno sceglie di venire al mondo bianco o nero, alto o basso , eterosessuale o omosessuale . Io che non credo in Dio tuttavia penso che gli insegnamenti di Gesù Cristo : amore,rispetto, perdono, comprensione ; siano fondamentali per poter vivere tutti insieme in questa vita . Se poi ce ne sarà un ‘altra ogni uomo risponderà delle propie azioni singolarmente .
Definire la vita di un omosessuale “ depravata” è prestare il fianco ad un omofobia nemmeno troppo strisciante in Italia che arma la mano a violenti , che si sentono così paladini , giustizieri e sfogano i propi problemi sugl’altri.
Che un cantante perché omosessuale non possa cantare di fronte ad una cattedrale non solo è una vergogna , ma è un atto di discriminazione assurdo , che proprio da coloro che si tacciano di parlare nel nome di Cristo “ l’amore personificato” è un controsenso.Tra l’altro molte opere d’arte contenute nelle cattedrali sono proprio di artisti omosessuali vorrei ricordare Michelangelo (Bonarroti), Caravaggio (Michelangelo Merisi), Leonardo da Vinci non si capisce per quale motivo se un omosessuale non puo’ cantare davanti ad una cattedrale per quale motivo la possa adornare .
Chiamare alla militanza i cattolici contro gli omosessuali ricorda le crociate , come se in passato non fossero stati fatti abbastanza sbagli da parte della Chiesa , ricordo le scuse del penultimo papa a mezzo mondo per tali misfatti , ma naturalmente nessuna scusa venne mai chiesta agli omosessuali che negli anni sono stati incarcerati , torturati e bruciati ; il detto popolare “finocchi” deriva dal fatto che sui roghi dove venivano arsi vivi gli omosessuali venivano posti ad ardere dei mazzi di finocchi che coprivano l’odore di carne bruciata .
Interpretare la Bibbia letteralmente è sbagliato e questo lo sanno i nostri Vescovi e con loro lo sanno anche i sassi altrimenti bisognerebbe uccidere per esempio tutti quelli che mangiano crostacei , ma fa comodo interpretare un odio che non ‘e’ scritto ma è nel cuore di chi legge .
Quanta sofferenza, quanto inutile odio .. quante energie sprecate a distruggere invece che a costruire ..tutto il contrario di quanto insegnato da Cristo.
Gli omosessuali sono esistiti , esistono ed esisteranno che la Chiesa li combatta o meno . In tutti i paesi con una democrazia e una cultura avanzata da anni ormai gli omosessuali sono amati e rispettati.Sono state fatte leggi per le coppie gay ,leggi contro l’omofobia . Il mondo sta andando verso questa direzione e piano piano tanti paesi si allineano a una nuova cultura del rispetto. Non si può fermare il futuro e il futuro è li da vedere .. La Chiesa cattolica può solo rallentare questo processo .. creando ancora una volta violenza odio e disperazione .

giovedì 19 agosto 2010

No al concerto .. è omosessuale



affresco dipinto da un OMOSESSUALE






«E' gay, Elton John
non può suonare
di fronte alla cattedrale»



L’ultimo bersaglio in ordine di tempo è una delle popstar più famose nel panorama internazionale: Elton John che, a questo punto è d’obbligo dire “dovrebbe” esibirsi in concerto a Trani il 22 settembre prossimo nella Piazza Duomo, su cui si affaccia la Cattedrale. “I cattolici farebbero bene ad occupare la piazza della cattedrale di Trani per protesta. Incredibile che canti davanti ad una chiesa”, tuona Monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto, dal sito cattolico pontifex.roma.it. E come se non bastasse aggiunge: ”Meglio non nascere che vivere certe esistenze. Oggi i cattolici sono chiamati all’impegno militante, e davanti alla omosessualità francamente non se ne può più. Ora meglio che quella piazza la occupino i sani cattolici che i sostenitori del cantante tra i quali facile trovare soggetti dalle tendenze strane”. Pronta la risposta – ancora più sconcertante e se si vuole violenta – del titolare del sito, il vescovo toscano Bruno Volpe che chiama i fedeli alla rivolta: “Un vescovo non può impedire di fare svolgere una manifestazione pubblica o un concerto sul suolo comunale, ma i cattolici hanno il diritto di farsi sentire e prima che quella piazza la occupi certa gente, tanto vale che la invadano loro”. Inutile dire che gli amministratori, organizzatori del concerto, tra cui il sindaco di Trani, l’ex consigliere comunale di An Giuseppe Tarantini, e il sindaco di Margherita di Savoia, Gabriella Carlucci, (componente della commissione cultura del Pdl alla Camera), non se lo sono fatti ripetere due volte e hanno spostato l’evento nella Piazza del Monastero di Colonna.






Le opinioni di Babini rispecchiano a pieno ciò che realmente è il Cattolicesimo e la Chiesa Cattolica; non quelle stupidate di pace, amore e fratellanza che vi autoraccontate per giustificare il vostro essere cattolici, il cattolicesimo è la religione dell'odio e dell'osceno.

Di tutti i flagelli da cui è afflitto il genere umano la tirannia ecclesiastica è il peggiore.

sabato 24 luglio 2010

Il senso delle cose


Creerò l'uomo e la donna
col peccato originale,

poi metterò incinta la donna
con me stesso , in modo da poter nascere ,

una volta vivo mi ucciderò come sacrificio
a me stesso

per salvarvi dal peccato al quale
vi ho originariamente condannato!

venerdì 23 luglio 2010

Apparizioni e lauree


Un sincero moto di simpatia e di umana solidarietà va oggi, senza se e senza ma, a Barbara Berlusconi, che l’altro giorno ha discusso la sua tesi e conseguito la sua laurea (110 e lode, senza nemmeno un telefonata di Denis Verdini, Carboni o Dell’Utri). Certo, una laurea triennale in filosofia, diciamo che non siamo proprio ad Harvard. Certo, una laurea all’università di Don Verzé, un po’ come se voi vi laureaste all’università di proprietà di vostro zio. Ma pazienza, onore al merito. E già che parliamo di merito, non trascurerei quello di sopportare un tanto ingombrante padre, che riesce, persino nel giorno della laurea della figlia, ad occupare la scena, farsi da solo i complimenti (“merito dei genitori”, ha detto: forse la povera Barbara passava di lì per caso) e dare il suo quotidiano spettacolino. La simpatia per Barbara nasce dal fatto che probabilmente non si merita di passare alla storia come un qualunque figlio di Saddam Hussein o di Ceausescu, ma – ahilei – ci sta andando molto vicina. Nel consegnarle bacio accademico e pergamena, infatti, Don Verzé (quello che vuol far vivere Berlusconi fino a 150 anni, quando si dice nemico del popolo…) le offre addirittura una cattedra. Di più: partendo dalla tesi di Barbara Berlusconi, il prete privato del Conducator vorrebbe addirittura fondare una facoltà di economia di cui lei diverrebbe automaticamente docente. Come dire, dalla tesi alla cattedra in un nanosecondo: Barbara faccia almeno ciao ciao con la manina a tutti i precari dell’Università che da anni si dannano l’anima per diventare di ruolo pur avendo vinto fior di concorsi, o almeno faccia le corna come il Gassman de Il sorpasso. Bene ha fatto Roberta De Monticelli, che in quella stessa università è docente, a lamentarsi: dalle altre decine di docenti, invece, è venuto solo silenzio, non risulta che nella vecchia Romania di Ceasusescu, e nel povero Iraq di Saddam si facesse carriera con le critiche.
Sia come sia, archiviati i giusti auguri a Barbara per una carriera che parte da zero (buona questa, eh!), va detto che le ultime giornate di Silviescu non sono state niente male. Prima è intervenuto alla cerimonia di laurea in una specie di università dei puffi (privata, brianzola e telematica) così, tanto per insultare Rosy Bindi. E’ lo stesso prestigioso ateneo che si pubblicizza con la faccia di Sgarbi e dove la cattedra di Storia Contemporanea è retta da Marcello Dell’Utri (forse Frank Tre Dita aveva un impegno). Poi è comparso tra le guglie del Duomo di Milano a ritirare un premio conferitogli dai suoi dipendenti (il presidente della provincia di Milano e altri buontemponi che lo chiamano “statista”), presente don Prezzemolo Verzé e altri componenti della nomenklatura del regime. Come al solito ha fatto un bel gesto: ha promesso soldi per il restauro del Duomo. Non soldi suoi, naturalmente, ma soldi nostri (“fondi pubblici”). Poi se n’è andato tutto tirato a lucido e ringalluzzito, seguito da famigli e sodali (essendogli morti “da eroi” gli stallieri) che con immensa cafoneria hanno lasciato la platea prima dell’esibizione dell’artista vero (Charles Aznavour). Infine è andato al raduno del Milan, dove ha promesso incredibili progressi tecnico-tattici dovuti soprattutto all’innesto di un difensore greco comprato ai saldi estivi. Il tutto senza curarsi dei tifosi inviperiti che lo contestavano fischiandolo e ingiuriandolo in tutti i modi. La tre giorni di Silviescu pare conclusa, ma noi fans non disperiamo: altre apparizioni pubbliche – ora che i sondaggi lo danno in picchiata – ci delizieranno nei prossimi giorni. Chissà, un’apparizione della Madonna direttamente in una filiale Mediolanum, oppure qualche improvvisa guarigione inspiegabile (sarà presente don Verzé), o ancora l’inaugurazione di una sua statua a cavallo. Povero re – cantavano un tempo Fo e Jannacci. E povero anche il cavallo. Ah bé, sì bé!

martedì 13 luglio 2010

Vanity Fair


Matteo Maffucci degli Zero Assoluto su Vanity Fair“Mi sono reso conto che sul tema dell’omosessualità stiamo ancora discutendo se è giusto o no che due persone possano condividere insieme una vita anche di fronte allo Stato. Ma vi sembra normale? A me no, anche perché in Italia non si può fare. E allora mi chiedo per quale motivo non avvenga un’insurrezione popolare. Non di uomini e donne gay, di tutti. È una questione di giustizia ovvia, di rispetto e di civiltà. È deprimente accorgersi di vivere in un Paese che con l’alibi della “vicinanza” al Vaticano ancora cincischia intorno a un problema così importante [...] Mi metto in prima fila e mi cospargo il capo di cenere e chiedo scusa anche perché non ho mai fatto nulla per migliorare le cose: è sempre stato quell’atteggiamento che porta a pensare che ‘ci penserà chi di dovere’ a pulirmi la coscienza. Stronzate! Se c’è una cosa che sto capendo, crescendo, è che far finta di niente è accettare lo status quo. Ma come facciamo a definirci un Paese moderno? Siamo gli ultimi degli ultimi. Svegliamoci. A chi da fastidio se i gay hanno una possibilità in più per essere felici?“

domenica 20 giugno 2010

DA CHE PULPITO


Aspirare a potere e successo contraddice il sacerdozio


Città del Vaticano, 20-06-2010

"Il sacerdozio, non puo' mai rappresentare un modo per raggiungere la sicurezza nella vita o per conquistarsi una posizione sociale. Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero". Lo ha detto il Papa nell'omelia pronunciata questa mattina in San Pietro

mercoledì 16 giugno 2010

martedì 15 giugno 2010

ISLANDA


L’Islanda, in una sola vicenda, avrebbe più di un insegnamento da offrire a noi italiani: ha un capo di governo donna, Johanna Sigurdadottir, e dichiaratamente lesbica. L’11 giugno, inoltre, il parlamento ha votato all’unanimità il via libera alla legge che consente le unioni omosessuali, e non lo fa con giri di frasi che mascherano il concetto, ma scrivendo testualmente le parole «fra uomo e uomo» e «fra donna e donna». Roba dell’altro mondo. Infatti l’Islanda è lontana, e non solo geograficamente.

Tra l’altro, ve li immaginate i nostri parlamentari che votano un provvedimento all’unanimità? Probabilmente succede solo quando si tratta di decidere se aumentare il proprio stipendio; il resto delle questioni, proprio come lo stipendio, dipende per lo più dalle convenienze politiche.

E l’ottima lezione islandese cadrà nel vuoto sempre più autoreferenziale di un’Italia che si accorge di essere in Europa solo quando si tratta di mandare le donne in pensione alla stessa età degli uomini. Diritti e doveri uguali per tutti, in salsa italiota. (Fonte: Cronachelaiche.it)

domenica 13 giugno 2010

sabato 29 maggio 2010

Martha Medeiros


Inno alla vita

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

mercoledì 19 maggio 2010

giovedì 29 aprile 2010

Intimidito


ROMA - Il ministro Scaiola :"Non mi lascio intimidire. Nella vita possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Colpisce con una violenza senza precedenti il mio privato e la mia famiglia.



Il ministro in ogni caso non dà alcun chiarimento sulla vicenda. Gli inquirenti di Perugia hanno infatti accertato che una rilevante somma in nero (novecentomila euro, in ottanta assegni circolari) è stata versata per l'acquisto della casa di cui lui risulta proprietario. Ed è certo significativo che l'operazione sia stata firmata da personaggi in carcere o inquisiti per gli appalti del G8.

mercoledì 28 aprile 2010

Baci


BERGAMO — «Una parte significativa della città non avrebbe accettato». Quei «Baci rubati», secondo il sindaco di Bergamo Franco Tentorio, avrebbero avuto poco o nulla del sapore dolciastro dei famosi cioccolatini. Perché le effusioni ritratte nelle immagini che Arcigay Bergamo avrebbe voluto esporre al Quadriportico del Sentierone, sulla passeggiata del centro città, vedono protagoniste coppie dello stesso sesso. E allora, per non turbare la sensibilità popolare, la Giunta di centrodestra (Pdl-Lega) ha detto no. Nessuna autorizzazione alla mostra, mentre via libera con tanto di patrocinio per un dibattito e uno spettacolo in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia (il 17 maggio).

«Non sarebbe stato opportuno dare il consenso ad una esposizione in mezzo alla città, all’aperto e con foto che mostrano forme esplicite di amore omosessuale» ha chiarito in consiglio comunale il sindaco Tentorio. Immediata la replica degli organizzatori: «La mostra vuole essere un momento artistico di aggregazione e sensibilizzazione volto a dimostrare che l’amore non ha distinzioni di orientamento sessuale». Il tentativo di alcuni esponenti di centrosinistra di far passare un ordine del giorno favorevole all’autorizzazione si è scontrato con il voto della maggioranza che ha optato per un deciso no.

domenica 25 aprile 2010

25 Aprile


Buon 25 aprile. Purtroppo i rastrellamenti continuano. Negli enti, nei consigli di amministrazione, negli organismi dirigenziali, nelle sedi Rai, decine di militanti e simpatizzanti finiani vengono catturati, interrogati con pratiche umilianti, costretti a circolare nei corridoi con un cartello al collo: banditen. Gli spazi faticosamente conquistati a colpi di spoil system e lottizzazione prontamente revocati dal comando tedesco di Palazzo Grazioli. Ora si temono rappresaglie sui familiari. E’ un bel contrappasso per chi ha votato tutte le leggi del regime, per chi ha partecipato entusiasta e favorevole a tutti i voti di fiducia, per chi ha contribuito attivamente a due anni di mortificazione del Parlamento, al massimo con flebili lamenti, ma sempre pronti a passare all’incasso. Presto per loro si chiuderanno gli spazi di comunicazione: niente più dichiarazioni nella nota politica, niente più interviste compiacenti e soffietti amichevoli, niente più cronisti stesi a tappetino. Dategli qualche giorno e tuoneranno – relegati in angolini di minimo ascolto – contro il controllo dei media, contro il conflitto di interessi. Fulminati sulla via di Damasco assaggeranno il manganello mediatico che fin qui hanno tanto apprezzato, perché colpiva altre zucche. Fini stia attento a che calzini si mette, perché potrebbe essere seguito, filmato di nascosto, tacciato di “comportamenti stravaganti” dagli arditi Mediaset, e chissà se avremo il bene di trasecolare davanti a qualche dichiarazione finiana contro Minzolini, contro Vespa, contro le veline del Minculpop. Non ci resta che fare la faccia stranita e dubbiosa dei partigiani che vedono salire in montagna questi badogliani in crisi di identità, questi inventori di leggi razziali che oggi parlano di dignità umana. E magari pensare che non siamo a un grande 25 aprile, ma a una minuscola caricatura di 8 settembre, che il cammino è ancora lungo e che anche questa volta liberare le valli del nord non sarà uno scherzetto.

lunedì 5 aprile 2010

La Visita


Londra, 05-04-2010

Oltre 11mila britannici hanno sottoscritto diverse petizioni pubblicate sul sito di Downing Street in cui chiedono al governo britannico di prendere le distanze da papa Benedetto XVI, dopo i numerosi scandali di abusi sui minori commessi da sacerdoti in Europa e Stati Uniti, e di garantire che la visita nel Regno Unito del pontefice, in programma a settembre in Inghilterra e Scozia, non sia finanziata con denaro pubblico. Secondo le stime, il viaggio del papa dovrebbe costare circa 15 milioni di sterline, quasi 17 milioni di euro.


Le petizioni, proposte da gente comune, hanno date di scadenza differenti e possono essere sottoscritte soltanto da "cittadini britannici o residenti". In quelle con il maggior numero di partecipazioni, il sito di Downing Street pubblica soltanto le 500 firme piu' recenti.



A fianco si possono leggere "alcuni dettagli sulla petizione" scritti direttamente da chi la propone. "Il Papa non soltanto si oppone al diritto delle donne all'aborto ma anche al loro diritto alla contraccezione per prevenire la necessita' dell'aborto", scrive ad esempio Peter Tatchell, nella sua petizione che e' stata firmata da 10.428 cittadini. "Si oppone all'uguaglianza di fronte alla legge di lesbiche, gay, bisessuali e transgender e alla loro totale protezione giuridica contro la discriminazione di omosessuali e transessuali", aggiunge Tatchell.

Ci sono poi alcuni avvocati britannici che si interrogano sullo status del papa, sospettato con il Vaticano di aver coperto le violenze su minori commesse da sacerdoti cattolici. Questi giuristi vogliono stabilire se Benedetto XVI possa godere dell'immunita' diplomatica accordata ai capi di stato o se possa essere perseguito dalla giustizia britannica in virtu' della giurisdizione internazionale.

Gli avvocati sono divisi, alcuni sostengono che il Vaticano sia uno stato sovrano, altri no. Il Vaticano e' l'unico ad avere un osservatore permanente alle Nazioni Unite che non sia membro dell'organizzazione.


http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=139588

domenica 14 marzo 2010

I servi


E’ bene immaginare l’ansia odierna dei cosiddetti terzisti. Galleggiatori professionisti, gente abile nel giustificare l’ingiustificabile a colpi di “ma” e “però” e “d’altrocanto”, conformisti supremi che accusano di conformismo gli altri. Gente che davanti alle leggi razziali avrebbe scritto “tutto sommato…”, che davanti al rogo dei libri avrebbe detto: “in ultima analisi…”. Gente che del regime accetta tutto, con l’accortezza di inserire una riga di dubbio da giocarsi poi in un’eventuale Norimberga. Ce li troveremo – finito il regime berlusconiano – a cantare nel nuovo coro, con le stimmate dell’intellettuale coraggioso. Vulgata odierna di questo manipolo di arditi col ditino alzato (“anche la sinistra, però…”): è grave che il capo del governo dia ordini a un’autorità di garanzia, ma non dovevamo saperlo dalla magistratura! Traduco in italiano: lo scandalo non è il dittatore che dà ordini, ma la magistratura che se ne occupa. Oggi questi campioni del collaborazionismo sentono un brividino nella schiena. Perché dove un tempo bastava spalleggiare ora serve militare, dove bastava strizzare l’occhio ora bisogna applaudire. Eri sodale, poi ti hanno chiesto di diventare complice. Poi complice non bastava più, dovevi diventare cameriere. Poi cameriere sembrava troppo dignitoso, ti si chiedeva di diventare servo. Da servo parevi troppo libero e ti si chiedeva di essere schiavo. Sistemati i nemici, si passerà ai non troppo amici, poi agli amici che non sono amicissimi, poi agli amicissimi poco convinti nell’inchino. Essi giustificano le censure di oggi con i loro “ma”, i “però”, i “d’altrocanto”, ma già tremano per se stessi. Fingono di non sapere della inguaribile bulimia del Conducator, che più mangia e più ha fame, che più schiaccia e più schiaccerà, servono il potere senza conoscerne la voracità. Verranno mangiati anche loro, e qualcuno scriverà sulla lapide: “Però, in fondo in fondo…”.

mercoledì 10 marzo 2010

martedì 9 marzo 2010

domenica 14 febbraio 2010

A IlBrescia


Leggo su Il brescia di oggi 13/02/10 di un lettore che afferma "una legge contro l'omofobia creerebbe delle disparita' tra cittadini , perche' le agressioni devono essere punite tutte
l'agressione ad un anzinano , ad un handicappato o a una donna incinta sono meno gravi di quelle procurate ai gay?"
Bene.. tutte le agressioni sono gravi certo, ma un anziano non viene aggredito perche' anziano ..e nemmeno un andicappato per il fatto di essere handicappato
o una donna incinta perche' incinta ;
un gay viene aggredito solo semplicemente per il fatto di essere gay .. un gay è a rischio solo per il fatto di esistere è questo che sfugge al ragionamento del lettore.
Per quanto riguarda le adozioni penso che i bambini , sopratutto quelli adottabili quindi in situazioni difficili , non abbiano bisogno di "un uomo e una donna "
ma di qualcuno che li ami e che si curi di loro .
Sul riconoscimento delle coppie di fatto o meglio sul matrimonio gay , non vedo che cosa possa togliere l'acquisizione di diritti da parte dei gay
alle coppie sposate eterosessuali.

Cordiali saluti Mauro Colombo

venerdì 12 febbraio 2010

2500 anni fa


Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.
Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così.

sabato 23 gennaio 2010

Vaccino


Statisticamente è più facile morire nel centro di Milano stritolati da un calamaro gigante con la pipa e la sciarpa del Milan che di influenza A. Nonostante questa evidenza, il ministero della sanità italiano ha acquistato 24 milioni di dosi di vaccino per 184 milioni di euro stipulando con la Novartis un contratto che persino un caporale di Rosarno avrebbe considerato troppo iniquo. Nell’occasione, gli italiani si sono rivelati meno fessi del previsto: magari guardano il Tg1 e credono che Craxi era un santo. Magari guardano il Tg5 e sono convinti che c’è il boom economico. Ma quando si è trattato di farsi il vaccino si sono così espressi: Marameo (44,3 %), Vaccinati tua sorella (30,7%), Manco se mi paghi (14%), Vaffanculo (7,1 per cento, quasi tutti medici), mentre il 3,99 per cento è corso alla asl a farsi siringare. Si dovrebbe considerare quest’ultima cifra come l’effettivo gradimento al governo e ai suoi terrorizzanti mass media. Per le grandi aziende farmaceutiche è stato un regalo prezioso, e se ne potrebbe trarre lezione per il tanto atteso rilancio economico. Tipo: se non compri una macchina entro marzo morirai tra atroci sofferenze. Ora, questo paese caritatevole ed enormemente buono che è l’Italia ha deciso di regalare il 10 per cento delle dosi acquistate all’Oms, che dovrebbe girarle ai paesi poveri. Ma i poveri dei paesi poveri, pur di rompere i coglioni e di remare contro non si ammalano nemmeno loro di influenza A. Preferiscono morire di fame, o in mare cercando di venire qui, o bastonati dalla brava gente di Rosarno, o sparati dalla camorra a Castel Volturno. Noi non siamo un paese razzista, ma loro sono proprio delle merde. Ora il sistema-Italia si trova con 23 milioni e 173.000 dosi di vaccino sul groppone, che scadono a dicembre 2010, tra 348 giorni. Per sfruttarle iniettandole tutte al ministro della sanità gli si dovrebbero fare 66.589 punture al giorno da oggi fino a Capodanno. Pensiamoci, perché no?

lunedì 11 gennaio 2010

venerdì 1 gennaio 2010

Discorso di fine anno


Care concittadine e cari concittadini. E’ con animo sereno, ma non scevro dalle mille preoccupazioni che vengono dal paese e dalla società, che mi appresto a questo saluto di fine anno. Un anno, bisogna dirlo, segnato da luci e ombre: crisi, litigiosità politica, terremoti, inondazioni, scandali sessuali, tutte tragedie bilanciate dal fatto che Bondi ha smesso di scrivere poesie: seppur di poco, il bilancio è positivo. Ogni fine d’anno si porta appresso i buoni propositi per una nuova stagione, che tutti speriamo feconda, foriera di vantaggi, almeno quanto lo è stato lo scudo fiscale per la mafia. Il sostegno alle famiglie, come vedete, ha funzionato. I problemi sul tavolo sono molti, non c’è italiano che non li conosca. Particolarmente a cuore, per esempio, ci sta l’integrazione delle culture diverse affluite sul territorio nazionale. E’ giusto che chi vive qui impari la lingua: questa è, giustamente, una grande preoccupazione per l’ingegner Castelli. E’ troppo chiedere che i figli degli stranieri che rifiutano d’integrarsi vadano bene a scuola? In certi casi bisogna essere inflessibili con pochi per salvaguardare molti: il figlio di Bossi, pluribocciato alla maturità, andrebbe subito rimpatriato; e nel caso prevalga la compassione, al massimo, aiutato a casa sua.
Molto è stato fatto negli ultimi anni per modernizzare il paese, ma è un’impresa che non si può lasciare incompiuta: l’introduzione in molte regioni della Costituzione digitale terrestre deve continuare senza soste. E’ vero che in questo modo molti utenti non riusciranno più a vedere l’articolo 3 (la legge è uguale per tutti), o l’articolo 32 (diritto alla salute), ma la perfetta ricezione di Mediaset Premium saprà ovviare ai piccoli inconvenienti tecnici che ogni innovazione porta con sé. Un’altra piaga da combattere è quella dell’assenteismo nella pubblica amministrazione. E’ intollerabile che certi dipendenti pubblici sottraggano tempo al lavoro – è bene ricordarlo, retribuito da tutti i cittadini – gettando il loro tempo in conferenze stampa e monologhi egocentrici in cui si insultano gli avversari politici. Se le nuove norme sulla produttività dei dipendenti pubblici tanto annunciate, sbandierate e propagandate, si applicassero al ministro Brunetta avremmo oggi un disoccupato in più, licenziato per giusta causa: meno male che è solo fuffa.
Non secondaria, in questo contesto, l’urgenza di attenuare la troppo esasperata litigiosità della vita politica. Insulti, sgambetti, scherzi di pessimo gusto, scorrettezze manifeste, ingiustizie palesi, sanguinose ingiurie, miliazoni. E mi fermo qui per carità di patria, ma l’elenco delle angherie che il Pd sta infliggendo ai suoi elettori e a tutta la sinistra è sotto gli occhi di ognuno. Bisogna dire basta a una simile barbarie. Oltretutto si tratta di una spropositata sperequazione nelle pene, e urge anche una seria riforma del codice penale: che si prendano tre anni di galera per rapina a mano armata e quindici anni di D’Alema – o additura venti di Violante – senza aver commesso alcun reato è davvero inaccettabile. Anche sul campo della regolamentazione della vita civile bisogna darsi da fare: una buona legge sul “fine vita”, per esempio, avrebbe risparmiato a tutte le formazioni di sinistra una tremenda agonia. Staccare la spina a volte è un gesto di umanità, ma vedere verdi, comunisti italiani, rifondaroli e altri staccarsi la spina a vicenda senza nemmeno avvertire i parenti non è stato un bello spettacolo.
Alcune riforme sono state giustamente avviate, ma ancora paiono in alto mare. Le scuole elementari italiane, per esempio, sono ancora gravate dal peso insostenibile di migliaia di insegnanti. L’introduzione del maestro unico non è più rinviabile. Certo dovrebbe essere collocato nel centro del paese, in modo da permettere a tutti i bambini di raggiungere la scuola per tempo, che vengano da Sondrio o da Trapani. La classe sarebbe un po’ numerosa, con la scuola a Roma gli ultimi banchi sarebbero a Viterbo, ma la continuità didattica propugnata dal ministro Gelmini sarebbe garantita.
Mi piace chiudere queste note con un accorato appello per il mondo della cultura. Molto è stato fatto, ed è una nota positiva, per colpire a morte il lavoro intellettuale. Purtroppo non si era considerato che scienziati e ricercatori se la sarebbero cavata mangiando i topini dei laboratori, ma per tutti gli altri stanno funzionando egregiamente alcuni provvedimenti mirati. Considerare di particolare valore culturale il cinepanettone di Natale, o finanziare profumatamente un polpettone leghista come il Barbarossa, rappresentano primi significativi passi, e sono certo che proseguendo su questa strada i risultati veranno. Dopo aver affidato i beni culturali a Sandro Bondi, il premio Strega a Belèn Rodriguez e il Campiello a Topo Gigio non sono più soltanto sogni. Siamo dunque sulla buona strada. Vogliate tutti gradire i miei più sentiti auguri per un 2010 felice e luminoso.