lunedì 27 ottobre 2008

Facinorosi


I «facinorosi», come li chiama il presidente del consiglio (e come li definiscono i giornali di sua proprietà), finalmente hanno potuto parlare per due ore, in prima serata, sugli schermi del servizio pubblico. E, soprattutto, li hanno potuti vedere e ascoltare cinque milioni di telespettatori sintonizzati su Annozero. Un'audience altissima che diventa un dato politico. I volti dei ragazzi, giovanissimi o già trentenni, studenti delle scuole o ricercatori nelle università, hanno spiegato che vogliono studiare, conoscere, lavorare. Per una volta i giovani dentro la televisione non erano quelli, rissosi e arroganti di Amici, unica pedagogia mediatica diffusa dal piccolo schermo. E sarà più difficile, adesso che la tv gli ha dato la parola, ricacciarli dentro le lugubri gabbie cossighiane. Da Bologna, Annozero ha dato voce a un insegnante, e solo a lui, nonostante le telecamere in piazza avessero richiamato un piccola folla di studenti. E mentre il professore parlava della scuola elementare, il parlamentare leghista, ospite in studio, Roberto Cota, denunciava l'intollerabile censura: a uno studente di destra era stato impedito di intervenire. Per questo, ieri, l'ineffabile Gasparri chiedeva sanzioni contro Santoro. Come se far parlare uno studente di destra, in quella circostanza, in quella piazza, fosse stato un esempio di democrazia e non un gesto irresponsabile, che avrebbe scatenato la protesta di tutti gli altri studenti presenti.A tratti confusa per la molta carne messa sul fuoco, la discussione ha però centrato l'obiettivo di spiegare al telespettatore se è mai possibile credere che con i tagli decisi dal decreto Gelmini (che sarebbe più appropriato definire decreto-Tremonti), la ricerca potrà riprendere in Italia, e la scuola godere di un grande futuro. Gli studenti hanno argomentato, con parole semplici, e soprattutto con la propria esperienza, di vita, di studio e di lavoro, perché no.E saltava agli occhi la povertà degli argomenti portati dal centrodestra (rappresentato, oltre che dall'esponente leghista, anche dal vicedirettore del Giornale). Facilmente riassumibili: ci sono gli sprechi bisogna tagliare. A loro i ragazzi hanno replicato altrettanto sinteticamente: ci sono gli sprechi bisogna riorganizzare la scuola pubblica e quei soldi reinvestirli nella scuola pubblica.La difficoltà di sostenere che diminuendo i finanziamenti la scuola se ne sarebbe avvantaggiata era così evidente, da far morire il maestro unico resuscitandolo come «maestro prevalente».Nello studio di Annozero c'era il segretario del Pd, Walter Veltroni. Naturale che polemizzasse con Berlusconi, meno che per dimostrare l'allergia del governo (e del berlusconismo più in generale) a ogni forma di dissenso, prendesse ad esempio la situazione del nostro giornale: «Si può ancora avere un giornale come il manifesto e continuare a farlo uscire senza che nessuno lo chiuda?». Probabilmente non si può, perché i tagli di Tremonti sono precisi come quelli di un chirurgo. Ma anche perché l'informazione dei senza partito è diventata una merce rara ormai da molti, troppi anni. Anche a sinistra.

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