venerdì 24 ottobre 2008

68


Franceschini ha risposto via tv al diktat più che bulgaro di Berlusconi: «Non si tocchi un capello ai ragazzi che lottano per difendere la loro scuola. Noi vigiliamo». Giusto e anche bello da sentire. Intanto, i dibattiti in video mostrano i portavoce del boss preoccupati di trovarsi di fronte a un nuovo ’68, che non saprebbero certo fronteggiare con l’abilità dei vecchi dc. E dire che il piano della Gelmini era quello, dichiarato, di cancellare gli ultimi 40 anni di storia scolastica. Perché la ministra, beata ignoranza, non sa nemmeno che il ’68 è stato sconfitto. Infatti, non pochi di quelli che lo hanno vissuto, sono saltati sul carro dell’uomo più ricco e potente d’Italia, cortigiani tra i cortigiani, in prima fila nel negare i diritti per i quali da giovani si erano battuti. Ma i berluscloni possono stare tranquilli: quello che vediamo non è affatto un nuovo ’68, ma potrebbe essere molto peggio per loro. Perché i ragazzi di oggi sanno usare la tv, hanno facce belle da mostrare e non hanno da perdere che le catene del loro precariato

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